Archivi del mese: giugno 2014

Citazioni #59

– Politici, imprenditori… Mi preoccupa la catena di suicidi di questi ultimi tempi. Alcuni non reggono il carcere, altri l’accusa di corruzione o di avere accettato tangenti e si uccidono. Ma si uccidono, Presidente. A proposito, Craxi sospetta che sia lei, il grande manovratore di Tangentopoli
– Che sciocchezze
– Corruzione, concussione… Stanno cadendo tutti i suoi colleghi: Craxi, Forlani, De Mita, Martelli, La Malfa… Lei no. Questo scandalo di immane dimensioni non la riguarda.
– Provo… Tenerezza e un senso di tristezza però guardi, io non credo che siano finiti. Non credo che abbiano responsabilità personali, non credo dovrebbero uscire dalla scena politica.
– Ma non è di Tangentopoli che vorrei parlare, bensì di un articolo che vorrei scrivere su un tema… Oserei dire filosofico. Questo tema è il caso.
– Io non ci credo al caso; io credo alla volontà di Dio.
– Dovrebbe invece. Dovrebbe crederci al caso. Dunque, Presidente, è un caso che i familiari di alcune persone assassinate la odino? La odia il figlio del generale Dalla Chiesa: dice che c’è la sua mano nell’omicidio del padre. La odia la moglie di Aldo Moro che la ritiene uno dei responsabili della morte del marito. È un caso che la odi la moglie del banchiere Roberto Calvi? Dice che lei minacciò prima e ordino poi l’omicidio di Calvi. Dice che non l’uccise lo IOR, ma due persone: Andreotti e Cosentino, che adesso è morto. E poi mi domando: è un caso che lei fosse ministro dell’Interno quando Pisciotta è stato assassinato con un caffè avvelenato? Si disse che Pisciotta avrebbe potuto rivelare i mandanti dell’omicidio del bandito Giuliano. È un caso che il banchiere Michele Sindona sia stato assassinato allo stesso modo? Anche lui, costretto in carcere, avrebbe potuto fare rivelazioni fastidiose. È un caso che tutti dicano che lei abbia ripetutamente protetto Sindona? È un caso che il suo luogotenente Evangelisti abbia incontrato Sindona da latitante, a New York, in un negozio di soldatini? È un caso quello che dice il magistrato Viola, che se lei non avesse protetto Sindona non sarebbe mai maturato il delitto Ambrosoli? E ancora: è un caso che lei annota tutto scrupolosamente nei suoi diari e dimentica di annotare del delitto Ambrosoli? Ed è un caso che nel triennio ’76-’79, quando lei era Presidente del Consiglio, tutti i vertici dei servizi segreti erano nelle mani della P2? È un caso che nei suoi ripetuti incontri con Licio Gelli, capo della P2, parlavate – solo ed esclusivamente – dei desaparecidos sudamericani? Così ha detto lei: “solo chiacchiere amichevoli”. Infine, è un caso che lei sia stato tirato in ballo in quasi tutti gli scandali di questo paese? E tralascio tutti i sospetti che aleggiano sui suoi rapporti con la Mafia. Insomma – come ha detto Montanelli – delle due, l’una: o lei è il più grande, scaltro criminale di questo paese, perché l’ha sempre fatta franca; oppure è il più grande perseguitato della storia d’Italia. Allora le chiedo: tutte queste coincidenze sono frutto del caso o della volontà di Dio?
– È un caso che l’autorevole quotidiano, da lei fondato e diretto, sia stato salvato a suo tempo dal Presidente del Consiglio? Quel Presidente del Consiglio ero io. Il suo giornale stava per finire nelle mani di Silvio Berlusconi, un datore di lavoro a lei poco gradito. Io l’ho impedito, anche grazie alla mediazione del tanto vituperato Ciarrapico, consentendole così di riacquistare la sua autonomia e la sua libertà. Autonomia e libertà che le consentono di venire oggi qui a pormi domande sfrontate e capziose. È grazie a me se lei oggi può permettersi di essere così arrogante e presuntuoso e sospettoso nei miei confronti.
– Guardi che le cose non stanno esattamente così: la situazione era un po’ più complessa.
– Ecco. Lei è abbastanza perspicace e l’ha capito da solo; la situazione era un po’ più complessa. Ma questo non vale solo per la sua storia: vale anche per la mia.

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Citazioni #58

Che cosa ricordare di lei, onorevole Andreotti? Non è mia intenzione rievocare la sua grigia carriera, non è questa una colpa. Che cosa ricordare di lei? Un regista freddo, impenetrabile, senza dubbi, senza palpiti. Senza un momento di pietà umana. Che cosa ricordare di lei?
Post Scriptum: Il papa ha fatto pochino. Forse ne avrà scrupolo.

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Citazioni #57

Guerre puniche a parte, mi hanno accusato di tutto quello che è successo in Italia. Nel corso degli anni mi hanno onorato di numerosi soprannomi: il Divo Giulio, la prima lettera dell’alfabeto, il Gobbo, la Volpe, il Molloch, la Salamandra, il Papa Nero, L’Eternità, l’Uomo delle tenebre, Belzebù ma non ho mai sporto querela… Per un semplice motivo: possiedo il senso dell’umorismo. Un’ altra cosa possiedo: un grande archivio, visto che non ho grande fantasia. E ogni volta che parlo di questo archivio, chi deve tacere, d’incanto, inizia a tacere.

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Citazioni #56

– Siamo tutti illustri davanti a Dio
– Montanelli diceva: De Gasperi e Andreotti andavano insieme a messa e tutti credevano che facessero la stessa cosa, ma non era così: In chiesa De Gasperi parlava con Dio, Andreotti con il prete.
– I preti votano, Dio no.

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Citazioni #55

They seemed prepared to make the world the way they wanted it or die in the attempt, and the trouble with dying in the attempt was that you died in the attempt.

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Citazioni #54

“I’m not going to ride on a magic carpet!” he hissed. “I’m afraid of grounds!”
“You mean heights,” said Conina. “And stop being silly.”
“I know what I mean! It’s the grounds that kill you!”

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Citazioni #53

The first thing a young wizard learns at the Unseen University–apart from where the peg is and which way to the lavatory–is that he must protect himself at all times.
Some people think this is paranoia, but it isn’t. Paranoids only tink everyone is out to get them. Wizards know it.

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