– Silenzio! Tutti zitti! FATE SILENZIO! Abbiamo qui due nuovi graditi… Er… Spettatori che ci hanno fatto la cortesia di unirsi a noi. No, vi prego… Per favore, non guardatemi così. Risparmiate la vostra pietà, non ne ho bisogno. Sono io, se devo essere sincero, che provo pietà per voi, nonostante io sia qui e voi siate dall’altra parte dello specchio. Voi, poveri stupidi, ignoranti non immaginate minimamente cosa stia succedendo veramente. Vi disprezzo. Vi disprezzo e, una parte di me, un po’ vi invidia.
Comunque, suppongo che sia qui per qualcosa… Ma che cosa? Avete bisogno di risposte alle vostre domande? Cosa sta succedendo? C’è una soluzione? Stanno arrivando? Chi sta arrivando? Chi sono loro? Cosa vogliono? È la fine? Oh! Le voci! Sentite le urla? Sentite l’orrore e lo stupore? L’estasi e il dolore?
Scusate, scusate. Ogni tanto mi può… Mh… Mi può capitare. Voi vorreste delle risposte alle vostre domande ma io non ne ho. Ho soltanto una storia.
Tutto ebbe inizio nelle Tenebre primordiali. Loro erano semplicemente lì. Non erano vivi. Non erano morti. Erano al di sopra di tutto questo. O, forse, erano oltre a vita e morte. Non credo sia così importante, in realtà.
Qualcosa, però, li ridestò. La loro brama crebbe ed iniziarono ad esplorare il nostro giovane universo. Da dove venissero, nessuno lo sapeva e anche loro, ormai, lo hanno dimenticato. La loro sola presenza, però, corruppe l’universo. Al loro passaggio, giovani stelle si spensero. Altre collassarono su loro stesse, dando vita a buchi neri. Intere civiltà furono spazzate via dalla scia di follia che si lasciavano alle spalle e ogni forma di vita fu soffocata dalla loro Oscurità.
Poi accadde qualcosa. Qualcosa che non è possibile narrare con alcuna lingua, simbolo o segno conosciuto. Qualunque cosa fosse, sembrò che ogni loro traccia sparisse.
La loro esistenza divenne leggenda, la leggenda divenne mito e poi tutto andò perso nell’oblio del tempo.
Eppure, la loro presenza aveva creato abomini che ricordavano i loro Signori e Creatori. Vivevano nell’oscurità, aspettando che giungesse il momento giusto, l’occasione propizia, per riportare su questo piano dimensionale le loro divinità.
Forse fu un caso, forse un disegno concepito sin dall’inizio, ma alcuni, alla fine, giunsero anche sul nostro pianeta. Affamati, iniziarono a cercare del nutrimento e fu così che entrarono in contatto con i primi uomini. La loro presenza mefitica diede vita a creature da incubo che, col passare del tempo, fecero la loro comparsa nelle leggende e nei miti di tutte le culture, tramandate di generazione in generazione fino ad oggi.
Qualcuno, però, fu corrotto dal loro potere e dalla loro malvagità.
Fu così che nacque il Culto Senza Nome. Un culto oscuro, perverso, in cui gli adepti presero come proprie divinità quegli abomini. Nei loro macabri rituali, iniziarono ad offrire sacrifici umani per ingraziarsi i loro dèi. Furono proprio quei sacrifici a dare l’idea di creare i Cubi alle creature.
Attraverso i loro sogni, alcuni uomini furono guidati al luogo in cui avrebbero trovato il materiale per fabbricarli. Altri, invece, appresero e furono guidati nel procedimento della loro creazione.
Una volta costruiti i primi esemplari, gli uomini che avevano forgiato i Cubi e quelli che avevano ritrovato il metallo per crearli furono assaliti ed uccisi per volere delle divinità da loro venerate. Le loro mani, usate per forgiare qualcosa di così sacro, furono offerte come tributo.
Ben presto, i Cubi divennero oggetti di culto.
Pochi eletti furono in grado di comunicare con le divinità e divennero sciamani, strumenti per comunicare la volontà divina agli uomini. Gli sciamani iniziarono ad incidere e a far incidere i simboli che gli dèi mostravano nei loro sogni e, rapidamente, iniziarono a sorgere templi imponenti in cui questi Cubi vennero venerati. E, con la venerazione, ripresero le offerte di sacrifici.
I servitori delle Tenebre, all’interno dei Cubi, riuscirono a mettersi in contatto coi loro Creatori. Banditi in un’altra dimensione avevano bisogno di più forza. Forza che gli giungeva dalle vittime sacrificali e dal sangue.
Più il tempo passava, più nelle stanze all’interno dei Cubi gli abomini prolificavano e le mani di coloro che erano stati sacrificati aumentavano.
Centinaia di culti e religioni sorsero e caddero ma, nonostante gli sforzi, il Culto Senza Nome non fu mai debellato completamente.
Per molti secoli, il Culto non divenne altro che una leggenda conosciuta da pochi. Dopo un lungo periodo di oscurantismo ed oblio, però, ricomparve più potente che mai.
I fedeli avevano desideri per cui erano disposti a tutto e gli abomini avevano raggiunto un grado di potenza trascendente l’immaginazione. E, in simbiosi, più loro divenivano forti, più lo erano i loro Creatori.
Uomini vendettero le loro anime, sacrificarono le proprie famiglie e commisero ogni sorta di bassezza per ottenere il successo, il potere, la conoscenza e la ricchezza. Ma ogni dono ricevuto dalle mani dei servitori era avvelenato e, irrimediabilmente, sarebbe sfiorito conducendo coloro che ne avevano beneficiato alla disperazione.
Alcuni dei servitori abbandonarono le stanze all’interno dei Cubi e ripresero nuovamente a strisciare nell’oscurità, nutrendosi di terrore, disperazione e odio…
E… Non sentite? Ormai anche voi le dovreste sentire, vero? Le risate! Risate isteriche e folli. E, distanti, suoni più selvaggi, mostruosi e crudeli! Oh, ve lo leggo negli occhi che le sentite! AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA…
Scusate, scusate. Ho appena… Ho appena… Beh, non credo sia poi così importante. Quello che ancora non potete sapere, lo scoprirete ben presto, comunque.
Ma, dove ero rimasto? Mhn… Oh, sì! Il mondo si stava nuovamente riempiendo di quegli abomini.
Il Culto Senza Nome venne adottato come fede da alcuni occultisti che lo avevano iniziato a studiare. Ciò che avevano scoperto li aveva irretiti. Iniziarono a riprodurre le sale dei templi in cui si svolgevano i rituali. Il nome del Culto si diffuse velocemente in tutte le principali società segrete e fu proprio nel ventre della Massoneria che il suo seme attecchì con più forza.
Ben presto nacque un circolo ristretto fondato da poche persone che divenne noto come il Circolo Senza Nome.
Tutti gli eletti che vi entrarono ebbero ricchezza, fama e potere… E scomparvero, senza lasciar traccia, dopo aver ucciso tutta la loro familgia. Nonostante questi eventi sinistri, la loro tradizione fu continuata. Per ogni membro del Circolo che cadeva, un altro lo sostituiva.
Il potere dei servitori continuò a crescere. Cresceva. Cresceva.
Ogni volta che fu iniziata un’indagine sul circolo, chiunque venisse coinvolto o scoprisse qualcosa spariva misteriosamente, per non essere più ritrovato.
A far sparire i membri del Circolo e le loro famiglie, a far scomparire coloro che avevano scoperto qualcosa che non avrebbero dovuto scoprire, erano ovviamente i servitori e gli abomini tornati a vivere nell’ombra. Nell’oscurità.
E sono anche qui! Li sento muoversi! Li vedo! I loro occhi bramosi ci scrutano, mentre si nutrono della follia, dell’ira, della disperazione e della paura in questo posto! E i vostri segreti più oscuri, oh, anche quelli saranno loro prima della fine AH AH UH UH AH AH.
ScusAHAAHAHAAH…
Ouf.. Scusate, ma mi è difficile mantenere la concentrazione. Ora sto… Er… Bene? Comunque, sono pronto a continuare.
L’inizio del ventesimo secolo vide l’ascesa di Crowley prima e del Nazismo e la società di Thule poi. Erano tutti legati a doppio filo con il Culto Senza Nome. Ascesero in maniera trionfale e caddero in manier rovinosa. Pagarono il prezzo con proprio sangue e quello degli altri. Milioni di morti frono offerti ai servitori, dando vita ad un nefasto banchetto. Nuovi orrori stavano nascendo, più forti e più subdoli.
Nella second metà del novecento fu la paura a dare sostentamento ai servitori e ai loro Creatori. Una paura informe, così lontana e così spaventosamente vicina. Una paura senza confini, sempre presente.
Molti adepti iniziarono ad avere le stesse visioni in sogno: riunire tutti i Cubi e vedere i propri desideri più reconditi realizzati.
I più percettivi, i più sensibili, iniziarono ad avere visioni di carneficine e sacrifici, finché in una sperale di orrore e lussuria non videro i Creatori. Enormi esseri cui la mente umana non riesce ad attribuire forma alcuna. E videro cosa sarebbe successo dopo.
Il loro fragile equilibrio mentale fu spazzato via. I più forti furono ricoverati, urlanti e vaneggianti, in manicomio. I più deboli si suicidarono, per sfuggire a quella spirale di follia. Tutti finirono col nutrire e rendere più forti quelle terribili creature.
Ben presto anche chi non aveva nulla a che fare col Culto, iniziò a vedere immagini sconvolgenti e traumatizzanti infestare i loro sogni.
Poi, tutto cessò. Non era quello il momento. Non ancora.
Era presto. Troppo presto.
La fine… La fine ebbe inizio con un serial killer. Il Serial Killer del Sorriso. Una piccola goccia in un mare rosso di sangue. Nove vittime: tutte trovate senza mani.
Nessuno seppe mai per quale motivo mutilava le mani delle proprie vittime e nessuno capì mai a cosa si riferisse con la delirante nenia che continuò a ripetere fino al giorno in cui morì. Ciò che tutti ignoravano, erano le visioni deliranti che lo avevano spinto a compiere quei gesti. Visioni che avevano permesso all’oscurità di annidarsi in lui. Fu il primo di tanti. Fu lui, con la sua inspiegabile follia, il primo segno inequivocabile che il momento era, dopo millenni, giunto.
La decadenza da lì a qualche decennio investì la società moderna.
Crisi economiche, guerre e insicurezza permisero al Culto Senza Nome di riemergere e svelarsi agli occhi di tutti come unico mezzo per ottenere la salvezza. Pur di ottenere una vita migliore, le persone erano disposte a qualunque sacrificio. Madri uccisero i propri infanti. I figli uccisero i genitori. I fratelli uccisero le sorelle e gli amanti si uccisero a vicenda.
Quello fu l’inizio della fine.
Le nazioni più povere furono le prime a collassare. Coloro in posssesso dei Cubi non furono mai sfiorati dalle violenze e imperarono, diventando sempre più importanti. Gli altri, invece, caddero come mosche. Ben presto i sopravvissuti, pur di aver salva la vita, rinnegarono le loro credenze ed entrarono nel Culto.
Furono i primi ad essere sacrificati. I Cubi, presto, furono inondati dal sangue di innocenti e carnefici.
Arrivò, in fine, il turno delle Nazioni più ricche e potenti. Una piccola scaramuccia divenne una guerra. La guerra divenne massacro. Il massacro divenne anarchia.
Le istituzioni crollarono e ci furono solo violenza, follia e terrore. E gli abomini gozzovigliarono in quel marasma. I Creatori iniziarono ad aprirsi la strada verso questo mondo.
Qualcuno partì per scoprire la verità sui Cubi e sulla loro origine. Erano sessanta persone e rappresentavano l’ultima speranza per fermare questa follia. Viaggiarono fino a giungere dove nessun mortale sarebbe dovuto arrivare.
Durante la loro missione osservarono il collasso della società umana, lento e inesorabile. La vita non aveva più alcun valore o significato.
Persero le prime dieci persone una notte, due settimane dopo la partenza. Furono prese mentre dormivano. Le ritrovarono alcune giorni dopo. I loro corpi erano dilaniati e contorti. Tutti erano stati violentati ripetutamente e, infine, uccisi da qualcosa che non era umano. Le loro mani erano sparite.
Nonostante il trauma, decisero di proseguire. Avevano un compito da portare a termine. Più il loro obiettivo si avvicinava, in meno rimanevano. Il mondo che erano partiti per salvare, ormai non esisteva più. La Tenebra stava tornando a diffondersi. Continuarono il loro viaggio, sperando di poter trovare una soluzione, ignari di ciò che li aspettava.
Giunsero infine in un antico tempio in cui trovarono venti Cubi riuniti. Uno di loro fu offerto in sacrificio per poter accedere al tempio. Un altro per aprire la porta che li avrebbe condotti in un’altra dimensione.
Estasi e orrore, sogno e incubo, paradiso e inferno. Trovarono questo e molto di più alla fine del loro viaggio. Dei sessanta che erano partiti, solo in cinque erano rimasti. I servitori non li assalirono. Li guidarono sempre più in profondità.
Il corridoio che percorsero era lungo, quasi infinito, e oscuro: dal pavimento spuntavano mani, nei muri erano cementati altri arti e, a tutte le pareti, erano appese mani.
Videro innumerevoli porte aprirsi su altrettanti orrorri. In aclune stanze parve loro di vedere i compagni perduti.
La loro mente registrava quelle immagini orribili, le assorbiva e ne veniva irretita.
Quando i servitori si fermarono di fronte ad una porta chiusa, la loro mente era ormai morbosamente affascinata da ciò che avevano visto.
I cinque sopravvissuti aprirono la porta e ne varcarono la soglia. Le loro menti furono travolte.
Ciò che si trovarono di fronte andò oltre ogni loro comprensione. I Creatori erano enormi. Erano minuscoli. Avevano sembianze che la mente umana non aveva mai visto e non avrebbe mai potuto capire. Erano contorti e mostruosi. Erano perfetti e bellissimi. La loro voce era terrore. La loro voce era serentià. Orge e sanguinolenti banchetti si susseguirono mentre i Creatori osservavano questi essseri inferiori e si compiacevano di ciò che vedevano.
Quattro si uccisero a vicenda, in preda ad un’estasi bestiale. Una sopravvisse. Tornarono in due.
La donna emerse dal tempio con in grembo un bambino.
Morì qualche mese dopo essere tornata. Diceva di sentire delle voci. Voci che le dicevano di fare cose terribili. Voci che la tormentavano nel sonno, facendole vedere cosa sarebbe successo. Aveva provato a combattere, a resistere ma non ci riuscì. Fu scoperta in casa sua, circondata da cadaveri mutilati. La osservarono in preda al terrore, mentre si squarciava il ventre e addentava il feto di una creatura che non era umana. La guardarono mentre moriva dissanguata, troppo scioccati e inorriditi per fare qualunque cosa.
Trovarono sulle pareti, scritte vergate col sangue. Aveva ossessivamente ripetuto che era giunto il momento. Che stavano arrivando. Che le voci la chiamavano.
E chiamano anche me. Le sento. Mi stanno sussurrando cose che vi farebbero raggelare il sangue. Cose tremende che tormenterebbero chiunque per sempre. Cose che ho già fatto e desidererei rifare con tutto me stesso. Ma, fortunatamente, ho le mani legate! AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH.
Anf, anf… Scusatemi, scusatemi. Non ero più abituato a parlare di fronte ad un pubblico così attento. Per fortuna la storia è finita. E, sapete cosa vuol dire questo, vero? Oh, sì che lo sapete!
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH.
No, non chiedetevi chi io sia, non avrebbe alcun senso. Oggi sono qui, ma domani… Chissà, potrei non esserci più.
Non le sentite? Le voci stanno cantando! Oh, è un inno terribile! Il coro dei dannati… Ascoltatelo! Il sangue mi si gela nelle vene e un potente fuoco mi brucia le viscere. Vorrei guidare il loro canto! Vorrei essere in mezzo a quelle orde… Ma, un momento!
Le voci! Le voci sono sparite! Anche l’ultimo canto è stto terminato! È la fine! La fine di tutto!
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH
E va bene, vi farò un’ultima confessione, dato che mi avete ascoltato finora!
Io vedevo la notte che s’apriva sull’orlo dell’abisso. Le porte dell’inferno erano chiuse: a vostro rischio le avete tentate. Al vostro richiamo si è destato qualcosa per rispondervi. Cupidigia e avarizia erano le chiavi. I Cubi la serratura. Siate Soddisfatti! I Cubi sono finalmente tutti riuniti! Le porte sono aperte! Stanno giungendo! Stanno giungendo! Oceani di sangue e tenebra annegheranno questo mondo!
Come faccio a saperlo? È semplice!
Questo ultimo regalo lascerà all’umanità: Io sono Abdul Alhazred incarnato! Per primo io li ho trovati: e ora sono matto!
Sono giunti! Arrivano! È la fine! È la fine di tutto!
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH
Fine
NdC:
A) Prima che qualcuno se ne esca dicendo:
1) La storia è banale e scritta male
2) Che avreste saputo e potuto fare di meglio
Sappiate che lo so (e non me ne frega niente). Soprattutto in questo caso, sono soddisfattissimo sia del lavoro svolto, sia del risultato ottenuto.
B) La scelta del colore “Rosso” è stata voluta. Con questo titolo ho chiuso il trittico dei colori primi.
C) La storia qui presente è un lungo monologo. Per questo motivo troverete onomatopee (e probabilmente “errori”) tipici del parlato.
D) Questa storia, ancora più di quella precedente, è un tributo a Lovecraft. Spero di essere riuscito nell’intento di trattare gli stessi temi con il mio stile.
E) Qui è là per il testo ho inserito qualche citazione, nel caso qualcuno le cogliesse.
F) C’è la possibilità che il finale possa ricordare qualcosa a qualcuno. Quelle parole, che io ho adattato, le trovereste nel Necronomicon. La versione originale è:
“La notte s’apre sull’orlo dell’abisso. Le porte dell’inferno sono chiuse: a tuo rischio le tenti. Al tuo richiamo si desterà qualcosa per risponderti. Questo regalo lascio all’umanità: ecco le chiavi. Cerca le serrature; sii soddisfatto. Ma ascolta ciò che dice Abdul Alhazred: per primo io le ho trovate: e sono matto.”