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Avviso ai naviganti

Interrompo il mio lungo digiuno da scrbacchino di blog, per informarvi che sono tornato a scrivere qui: Collaboratorio167 con un gruppo di amici.

Chiunque fosse interessato a continuare a leggermi, mi troverà qui. E troverà anche un gruppo di persone con interessi eterogenei che vuole parlare di ciò che gli piace, approfondendo i temi più svariati.

Dateci un’occasione e non ve ne pentire (?).

E poi, ci sono io.

Vi aspetto di là,

Cya.

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This is THE END, my dearest friend.

In principio, fu la tenebra. Poi, venne la luce. La luce di un monitor. E, sì, quello davanti allo schermo sono io che, dopo aver letto un post, valuto fortemente la possibilità di fare altrettanto. Inizio a scrivere. Cancello.
Rincomincio a scrivere. Cancello di nuovo.
Svariati tentativi dopo….

Ottavo tentativo.

Genesi:

In principio furono un pomeriggio di marzo del 2012 e la noia. Da pochi mesi avevo ripreso a scrivere (novembre 2011) e, allora, ancora non sapevo che gli eventi messi in moto quel giorno, a distanza di ventinove mesi, mi avrebbero portato a scrivere queste righe. Comunque sia, il fu Bitter Suites To Succubi necessitava di una svecchiata così come il mio vecchio “alias” e così decisi, in preda ad eccitazione febbrile e svagata, di rinnovare tutto quanto e abbattere la noia che era in principio. Dopo aver pensato brevemente a come potermi chiamare, optai semplicemente per Coso (sull’origine del nome ho già scritto tanto altrove e quindi cercatevelo, se volete. Altrimenti prendete per buona questa narrazione mitica delle origini di tutto). Decisi anche che il posto in cui “Coso” si sarebbe mosso, avrebbe dovuto rispecchiare lo spirito scanzonato con cui si apprestava a scrivere e, dopo brevi ma intense riflessioni, decisi che non c’era nulla di meglio di “Cose A Caso”.

Il Vangelo secondo Coso:

Nei primi quattro o cinque mesi, non avevo in mente alcun tema preciso da seguire e quindi mi dedicai a scrivere ogni minchiata che mi passasse per la testa. Scrivevo quello che volevo, quando volevo e come lo volevo. Alcune settimane pubblicavo tre post di seguito e, in altre, non pubblicavo niente. Accanto a buoni post, c’era tutto ciò che adesso mi provocherebbe Disagio (stando ai ben informati, la vita stessa mi provocherebbe Disagio). Comunque sia, in questi primi tempi, iniziai ad immergermi in quella rete di relazioni che, praticamente, altro non è che la community di WordPress. Iniziai a seguire gente e gente iniziò a seguire me. Nonostante l’inizio della mia crociata contro i miei (in)seguitori, ebbi modo di confrontare idee e stili con persone che altrimenti non avrei avuto modo di conoscere e, questo, credo che almeno in parte mi abbia dato una visione più ampia su determinati argomenti. Questo andamento anarchico, soprattutto a livello tematico, pareva dovesse continuare a lungo. Poi ci fu l’inizio dell’impegno politico.

Gli Atti di Coso:

In modo direttamente proporzionale al mio coinvolgimento in politica, aumentarono i posto che trattavano argomenti legati alla vita democratica e partitica italiana. In base agli argomenti trattati ho cercato di alternare, nel modo migliore possibile, la mia opinione con una visione imparziale e non schierata. Onestamente, non credo mi sia sempre riuscita la seconda delle opzioni, ma ci ho provato. È probabile che sia dal punto di vista stilistico, sia dal punto di vista qualitativo dei post, questo periodo sia stato il migliore. Non dico che non ci fosse roba davvero pessima, ma penso (o, meglio, spero) che chi sia passato di qui anche per caso abbia avuto modo di leggere informazioni utili o, per lo meno, confrontare il suo punto di vista con il mio.
Sempre in questo periodo, comunque, è rimasta quella vena cazzara (che, più intellettualmente, potremmo definire sperimentale) che mi ha riportato a contatto con generi che pensavo di aver accantonato come la narrativa, oppure (e più semplicemente), stralci di vita quotidiana e disavventure.
Questa fase, conclusasi con i tre racconti, è stata quella più lunga e che ha caratterizzato il blog. Quasi sicuramente, queste poche righe non le rendono giustizia, ma resta il fatto che non sappia davvero cosa scrivere oltre a questo, senza cadere nel banale o ripetere le stesse cose all’infinito.

Ultime Lettere di Coso ai Bloggers (o, anche, l’inizio della fine)

All’inizio pensavo che questa nuova fase avrebbe caratterizzato almeno due anni del blog e, con alacre impegno, mi ero messo a scrivere una lettera ogni lunedì. Di idee ne avevo tante ma, come al solito, non si sono tradotte in fatti. L’esperimento di “Le Ultime Lettere di Coso-Po Ortis”, in origine avrebbe dovuto coinvolgere anche altra gente, rendendolo di fatto un racconto scritto a più mani. Ovviamente, la cosa non è avvenuta un po’ perché non ho trovato nessuno interessato a partecipare e un po’ perché, in fondo, non avevo cercato nemmeno con troppo impegno. Resta il fatto che, il progetto originale, poi era stato declinato in modo differente. Ogni volta fingevo di ricevere una lettera da un personaggio di fantasia e, in tal modo, trattavo temi generici e cercavo di creare delle storie che tra di loro si intrecciassero. Tutto si sarebbe dovuto concludere con l’epitaffio che trovate in “about me” in seguito ad un epico e titanico scontro tra forze del bene e forze del male (a cui sarei sopravvissuto, per cadere vittima del Disagio). Anche questo progetto, però, si è scontrato da un lato con la necessità di poter trattare temi che ritenevo importanti in modo rapido e la crescente stanchezza e disaffezione nei confronti della scrittura qui.

L’Apocalisse (o, anche, la fine della fine):

E, quindi, eccomi qui. Dopo ventinove mesi (due anni e cinque mesi), a scrivere queste righe. Faccio fatica a credere che, nonostante la mia proverbiale discontinuità e il mio biblico culopesismo, abbia scritto per così tanto tempo senza interruzioni.
Ma, come detto prima, negli ultimi tempi era venuta a mancare la voglia di scrivere e, far qualcosa come portare avanti un blog perché si deve, mi pare una sciocchezza. Dunque, questa è la fine, miei cari amici. Il distacco vero e proprio, quello effettivo, non ci sarà che tra qualche mese, dato che ho tre pagine di bozze (lettere e varie riflessioni/citazioni/dialoghi surreali) da pubblicare.
Poi, se dovessi scrivere (cosa che non è sicura), lo farò ogni volta che ne avrò voglia, se ne avrò voglia. Continuerò a raccogliere citazioni o brevi riflessioni che verranno pubblicate, ma difficilmente arriverò a scrivere qualcosa di più lungo di sette/otto righe contenenti pensieri miei.

Le ultime righe:

Come detto sopra, per il futuro non progetto alcun grande ritorno o l’apertura di un nuovo blog o il dedicarmi a progetti diversi sull’internet. Penso che mi “ritirerò a vita privata” e cercherò di fare roba un po’ diversa, dedicandogli più tempo (o, forse, è meglio dire “tutto il tempo”).

Ringraziamenti:

In ordine puramente casuale:

Secsdonna: che, non me ne vogliate, secondo me è la migliore blogger che ci sia in giro e che leggo sempre con piacere, indipendentemente dall’umore che ho in quel momento. Che poi lei è una persona stupenda, ma vabbè, questo trascende il suo essere una/o blogger.
Craneloi: che mi ha seguito fedelmente fino a qualche tempo fa e poi s’è fatto una vita. Oppure è morto di studio.
Il Cacciatore di Tonni: che è un po’ la leggendaria entità che ha popolato a lungo i miei post, salvo poi scomparire. Giornalista universitario che sta studiando *non-ricordo-cosa* con cui ho le discussioni politiche più accese.
V.: che, boh, ci siamo conosciuti per caso e io, alla prima occasione, ho avuto modo di rendermi subito adorabile (Hint: all’inizio mi odiava). Ho letto quasi tutti i suoi post da quando la seguo, è impegnatissima in millemila progetti e cerca di coinvolgermi ogni volta che può, giacché si è fissata che io debba socializzare con altri blogger. Scrive bene la ragazza, questo è indubbio.
Clohe: a cui ho copiato l’idea del post e che ho iniziato a seguire, di nuovo, non ricordo quando né come, però ricordo il perché: mi piaceva quello che scriveva. Ha smesso anche lei. Tornerà? Non tornerà? Un si sa. Ma seguitela che ne vale la pena, a prescindere.
La Geniaccia: che in realtà compare e scompare, impegnata in una crociato contro il Ragno in Bagno e la sua progenie. Simpatica, spiritosa e frizzante. Non stimolerà la diuresi, ma comunque si diverte e fa divertire e tanto dovrebbe bastarci.
La Nana: che ha scritto migliaia di post e che è brava. Coinvolge e con un po’ di pazienza si lascia coinvolgere. Il suo è un blog autobiografico nel vero senso della parola. Si entra nel suo mondo con ogni post e, uscirne, diventa sempre un po’ più difficile.
Ella: che s’è trasferita, ha cambiato vita ed è sparita ma che nei primissimi tempi è stata fondamentale per gettare le basi di quello che questo viaggio è stato.
Martina: alla fine, ma non per l’ultima. Probabilmente avrebbe dovuto essere la prima in questa lista, dato che è grazie a lei che tutto questo è stato fatto.

E poi vorrei ringraziare te, lettore per essere arrivato fino a qui e anche tutte le persone che mi hanno accompagnato nel viaggio e mi hanno sopportato. Pur smettendo di scrivere, ovviamente continuerò a seguire i vostri blog e a leggervi, giacché la lettura non mi è (quasi) mai pesata (troppo).

Un Abbraccione, Coso.

Qui giace Coso: Scrittore. Blogger. Scribacchino. Imbrattotore di pagine virtuali. Sopravvissuto ad un lungo peregrinare di ventinove mesi nel mondo della parola scritta, si è auto-imposto l’esilio da questi lidi virtuali, caduto in preda a Disagio e Noia, in un’uggiosa giornata di marzo. Che le sue ultime parole, per sempre incise nella pietra e nella storia, siano di monito per gli incauti che di qui passano:

“Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l’etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore;
fecemi la divina podestate,
la somma sapïenza e ‘l primo amore.
Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate”

“Sopravviverò o morirò nel tentativo di farlo”

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Quei film appena visti #2

Ed eccomi qui, a mantenere la seconda promessa: parlare dei film visti durante le vacanze. Devo dire che, a parte qualche eccezione, sono state tutte visioni piacevoli o che, per lo meno, non hanno annoiato. Ci sono stati addirittura quattro film che sono entrati di prepotenza nei Must Watch. Ci tengo a sottolineare che, nonostante ci siano dei voti, quanto leggerete qui non è una recensione. Si ringrazia Rotten Tomatoes per avermi aiutato a scegliere i film.

Contagion è stato il primo film che ho visto. Come il titolo suggerisce, l’argomento tratto è una pandemia che si sparge nel mondo. La pandemia è anche il veicolo tramite cui ci viene fatto vedere come diverse persone affrontano una crisi del genere. Il film, infatti, oltre a seguire le vicende dei ricercatori impegnati a cercare un vaccino, seguono anche le vicende di un padre di famiglia (Matt Damon) a cui il virus ha portato via sia la moglie (Gwyneth Paltrow), sia il figlio. L’uomo, nonostante si riveli immune al virus, non avrà vita facile dato che dovrà badare alla figlia avuta dalla prima moglie, che lo ha raggiunto a Minneapolis.
Un’altra storia invece è quella dell’inviata speciale ad Hong Kong (Marion Cotillard) incaricata di scoprire l’origine e lo sviluppo del virus. Sarà proprio durante questo compito che verrà rapita e usata come “merce di scambio” per far ottenere il vaccino ad un piccolo villaggio fuori città. Durante il rapimento, la Cotillard instaurerà un legame con la gente del posto che la porterà a fare una scelta inaspettata (non vi rivelo quale).
Anche i Media hanno un ruolo fondamentale nei film. Un blogger complottista (Jude Law), infatti, sfrutterà la situazione a suo vantaggio personale cercando di arricchirsi, spacciandosi per malato e dando il merito della propria guarigione ad un farmaco omeopatico, in realtà inefficace. Saranno proprie le file per prendere questo farmaco a contribuire ad un’aumento della velocità di diffusione del virus.
La parte da leoni, però, la fanno i dottori e i ricercatori che hanno il compito di trovare una cura per arginare la pandemia. Il loro impiego sul campo e l’alacrità con cui operano per tutta la durata del film (oltre alla fedeltà con cui sono stati ripresi i metodi di produzione e sperimentazione del vaccino, lodata anche da veri scienziati) è legato ad un profondo e interessante lavoro di indagine che porterà gli spettatori a scoprire pian piano il reale svolgimento della diffusione di questo nuovo ceppo di influenza. Sarà, infatti, con un flashback che scopriremo chi era il paziente zero e come è stato contagiato.
Il film, per tutta la sua durata, non ha eccessivi cali. Persino Matt Damon risulta discreto nella sua interpretazione e, nell’insieme, l’intreccio delle varie vicende permette di mantenere un ottimo ritmo. Un thriller particolare, che non annoia.
Lo consiglio? Assolutamente sì. Un film ben recitato e diretto benissimo da Stephen Soderberg che in questo film non sbaglia un colpo. Evitatelo solo se siete ipocondriaci.
Voto: 8

Byzantium narra la storia di due sorelle in fuga da un burrascoso passato che continua a perseguitarle. Le due ragazze sono come il giorno e la notte, l’una l’opposto dell’altra. Eleanor (Saoirse Ronan) è introversa, solitaria e amante della tranquillità. Claire (Gemma Arterton), invece, è una ragazza estroversa e disposta a sfruttare il suo corpo pur di guadagnare abbastanza per mantenere la sorella. Le due, però, hanno un segreto che conservano gelosamente: sono vampire. Quando un giovane uomo, dopo aver a lungo inseguito Claire, viene ucciso da questa, le due decidono di trasferirsi e cambiare città. Il cambio di città porterà uno sconvolgimento nello status quo della relazione tra le due ragazze: Eleanor, infatti, si innamorerà di un ragazzo malato di leucemia e inizierà a raccontargli la propria storia: si verrà a sapere che in realtà Claire non è la sorella maggiore, ma bensì la madre di Eleanor e ci verrà raccontata la loro storia e si scoprirà anche perché le due sono braccate da un gruppo di uomini intenzionati ad ucciderle.
Il film è difficile da inquadrare. Non è un horror e non è nemmeno un fantasy. Probabilmente, rientrerebbe nel filone “Dark Fantasy” che andava di moda un po’ di tempo fa. L’interpretazione degli attori è discreta e la storia, pur non essendo nulla di straordinario, non è nemmeno tra le peggiori per un film del genere. D’altro canto, quando lo si finisce di vedere, si rimane perplessi.
Lo consiglio? No. Ci sono film molto migliori e più soddisfacenti. Un film senza infamia e senza lodi che può anche non essere guardato, a meno che non siate fan dei vampiri.
Voto: 6.25

Ruby Sparks, invece, era un film che volevo vedere da tempo. Un giovane scrittore, Calvin Weir-Fields (Paul Dano), dopo un primo libro di successo, è incappato in un terribile blocco dal quale non riesce ad uscire. Il suo psicoanalista, allora, gli assegna il compito di scrivere di una persona che faccia i complimenti al suo cane, non molto bello. Calvin troverà questa persona… Nei suoi sogni. A fare i complimenti al cane, dopo averlo disegnato, è una giovane ragazza dai capelli rossi. Una volta svegliatosi, Calvin decide di scrivere di questa ragazza e, col passare del tempo se ne innamora, nonostante sia frutto della sua fantasia. Un giorno, però, lo scrittore si sveglia e trova Ruby (Zoe Kazan) nella sua cucina. Dopo aver capito che la ragazza ha di fronte è reale e dopo aver scoperto che è in grado di farle fare tutto ciò che vuole, Calvin decide di non scrivere più nulla su Ruby. I due iniziano una relazione che, inizialmente, va a gonfie vele. Col passare del tempo, però, le cose cambiano e quindi Calvin decide di intervenire rimettendo mano allo scritto che è in grado di guidare le azioni di Ruby. Ovviamente la storia va avanti, ma se voleste sapere come continua, dovrete guardarvelo.
Il film, nonostante narri di una vicenda incredibile, alterna momenti di estrema leggerezza a momenti di cupezza a seconda delle situazioni in cui si trovano i due protagonisti principali. Sia Zoe Kazan (che ha anche scritto il film) sia Paul Dano recitano ottimamente. La storia è una storia d’amore del tutto atipica, date le condizioni di cui può “godere” Calvin eppure, nonostante tutto, come tutte le relazioni ci sono alti e bassi che porteranno ad una serie di scene che lasceranno lo spettatore quanto meno confuso su come dovrebbe sentirsi. Quando la faccenda sembra abbia preso una piega irrimediabile, però, succederà qualcosa che cambierà completamente le carte in tavola.
Lo consiglio? Assolutamente sì. È il primo dei quattro nuovi “must watch”. È, come detto sopra, una storia d’amore atipica che non eccede troppo nel romanticismo ed ha dei momenti in cui non si può fare a meno di pensare “Santo cielo, che mindfuck”.
Voto: 8,5

Mud. Se dovessi descriverla in breve, direi che è la storia di un’amicizia. Fortunatamente, dato che di spazio ne ho, posso anche evitare frasi fatte del genere. Il film si apre con un viaggio in barca fatto da due ragazzini che giungono su un’isola disabitata in cui trovano una barca trascinata su un albero dalle forti correnti. Questo viaggio, cambierà le loro vite. Qui, infatti, incontreranno Mud, un uomo in fuga dalla legge per omicidio. Tra i due ragazzi e l’uomo si verrà a creare un rapporto d’affetto che condurrà i due giovani a fare da intermediario tra Mud e la sua ex ragazza. Ellis, uno dei due ragazzini, nel frattempo vivrà i classici problemi dei quattordici anni, con le prime cotte e le prime delusioni. A complicare la situazione, però, ci sarà la famiglia dell’uomo ucciso da Mud, in cerca di vendetta.
Il film che, a prima vista pare solo la storia di un’amicizia, in realtà segue la crescita di Ellis attraverso le esperienze vissute grazie (o per colpa, a seconda dei punti di vista) di questo galeotto incarcerato per aver ucciso l’uomo che aveva maltrattato la donna di cui era innamorato. La recitazione degli attori è molto buona e anche la colonna sonora ci aiuta ad immergerci in un’America suburbana in cui tradizione e rinnovamento si scontrano.
Lo consiglio? Sì, nell’insieme è un buonissimo film che scorre via bene, mantiene la tensione narrativa costante e non ha cali evidenti.
Voto 8.25

The Sessions. Una commedia che parla di sesso e amore in maniera non volgare e toccante. Il protagonista del film, Mark O’Brien, è affetto da poliomielite ed è costretto a passare gran parte della giornata in un polmone d’acciaio. Nonostante questo riesce a diventare un poeta affermato, desideroso di condurre una vita normale. Il primo amore che ci viene mostrato è una ragazza assunta per assicurarsi che i suoi bisogni siano soddisfatti. Ben presto, Mark, si rende conto di essersi innamorato di lei. Quando dichiara i propri sentimenti, la ragazza (fidanzata) non sa cosa rispondergli. Amanda (la ragazza), parte per l’Europa dopo aver salutato Mark, qualche tempo dopo. Rifiutato dalla ragazza e sentendo che il momento della sua morte si avvicina, Mark (molto cattolico) stringe un forte rapporto di amicizia con un prete, il quale diventa il suo più caro confessore. Non volendo morire vergine, alla fine, Mark convince il prete a mettersi in contatto con una specialista: un’assistente sessuale, che si occuperà di far avere al cliente esperienze sessuali. Tra Mark e la donna, però, scatta la scintilla e… Se volete sapere come va avanti, dovrete vedervi anche questo film.
Indubbiamente il tema centrale del film è il sesso. Ma non viene trattato in modo volgare, ma tutt’altro. Il fatto che il protagonista non sia “normodotato” diventa un elemento fondamentale del film. Una commedia romantica che strappa molti sorrisi e commuove un po’. Qui, il sesso, non è inteso solo come atto carnale ma mira ad una più ampia definizione che comprende anche il sentimento.
Lo consiglio? È IL vero Must Watch, meglio degli alti film che ho inserito nella lista. Film del genere ne ho visti davvero pochi.
Voto: 10

Take This Waltz, invece, è un film pessimo. Non solo è noioso e ha una trama banalotta ma anche l’interpretazione degli attori non brilla. Galeotto fu un viaggio per Margot (Michelle Williams, molti di voi la ricorderanno per il ruolo di Jen in Dawson’s Creek) e Daniel (Luke Kirby) che li fece innamorare. Il problema, però, è che Margot è sposata con Lou (Seth Rogen), scrittore culinario e cuoco. La donna, combattuta tra i sentimenti per il misterioso Daniel e la vita matrimoniale e familiare con Lou, vivrà una profonda crisi che la porterà a rivalutare la sua intera vita.
Bene, la trama a grandissime linee è questa. Cosa lo rende un brutto film? Tutto. Come detto sopra, la storia è banale, lo sviluppo è abbastanza ovvio. Gli attori non brillano e le scene che ti dovrebbero far sorridere, non lo fanno. Più che guardare il film, guardi l’orologio sperando che finisca. Ho avuto la tentazione di staccare quando la sorella di Lou, ubriaca, fa la morale a Margot.
Lo consiglio? Assolutamente no. Un film che non lascia niente, se non l’amaro in bocca per aver sprecato quasi due ore.
Voto: 3

Fright Night, invece, è stata una rivelazione, rispetto alle aspettative. Il nuovo vicino di Charlie, un ragazzo del liceo con un passato da nerd, sconvolgerà la sua vita. Il liceale, infatti, dopo essere riuscito a conquistare il cuore della ragazza più ambita della scuola, viene ricontattato da un vecchio amico che lo mette in guardia contro il nuovo arrivato in città che, secondo lui, sarebbe un vampiro. Charlie non dà peso alle preoccupazioni del ragazzo fin quando questi non scompare. A convincerlo definitivamente, però, sarà la scomparsa di una ragazza che conosce. Per affrontare il vampiro, allora, deciderà di rivolgersi ad un “santone” esperto dell’occulto (David Tennant) e quando la posta in gioco sarà la vita della sua ragazza, Charlie farà di tutto per uccidere il vampiro.
Il film non è nulla di eclatante, né tanto meno un capolavoro ma rispetto alle aspettative si è andati ben oltre. Fright Night è un horror scanzonato che, spesso, si prende in giro. Non ci saranno grandi brividi, ma qualche risata la strappa. Anche l’azione è una componente importante e ben utilizzata.
Lo consiglio? Ni. Se cercaste qualcosa di leggero e simpatico, questo sarebbe il film che fa per voi. Volete un “vero” horror o qualcosa di impegnato? Andate altrove.
Voto: 7

The Moth Diaries, purtroppo, si è rivelato invece il film che prevedevo. La storia segue le vicende di una ragazza rientrata in collegio, dopo il suicidio del padre. L’arrivo di una nuova studentessa, però, stravolgerà la sua vita e quella delle ragazze con cui aveva stretto un rapporto di amicizia. La nuova studentessa, presto, farà in modo che Rebecca venga isolata e presa per paranoica. Rebecca, dal canto suo, inizierà ad indagare sulla studentessa misteriosa e inizierà a sospettare che sia un vampiro.
Nonostante la presenza di Lily Cole, purtroppo mora, il film non attira l’occhio quanto dovrebbe. La trama è stata scritta troppo velocemente e lascia più di qualche perplessità. La storia non spaventa ed è abbastanza banale, così come lo sono le caratterizzazioni dei personaggi. Non un sussulto, non una particolarità che te lo faccia ricordare.
Lo consiglio? No. Film da evitare assolutamente.
Voto: 4

Another Earth è una storia che, partendo da presupposti fantascientifici, si sviluppa come un dramma. Una giovane diplomata, ammessa al MIT, dopo aver festeggiato con la famiglia e gli amici ed essersi ubriacata fa un incidente in cui rimangono coinvolti un uomo e la sua famiglia. Nell’impatto la moglie e il figlio dell’uomo rimarranno uccisi, mentre lui rimarrà in coma per qualche mese. Quella stessa notte, in cielo, appare un pianeta identico alla Terra. Passati tre anni dall’incidente, la ragazza torna a casa dalla galera e inizia a lavorare in una scuola, facendo le pulizie. Un giorno deciderà di andare a trovare l’uomo dell’incidente e lo troverà a vivere in condizioni pietose. Tra i due nascerà un rapporto profondo che si legherà alla possibilità di vincere un viaggio sull’altra Terra.
Il film ha un buon ritmo e non eccede troppo, riuscendo a non stonare. Una vicenda con i presupposti di questo film si sviluppa in maniera terrena. Il colpo di scena finale, fa sospettare come una teoria presente nel film potesse essere corretta. La certezza non la si avrà e il dubbio ci accompagnerà anche dopo i titoli di coda. Ha momenti molto introspettivi grazie anche alla presenza di un personaggio unico come il bidello pellerossa.
Lo consiglio? Ni. Probabilmente non è un film per tutti, ma ciò non lo rende per nulla meno bello.
Voto: 7

Prometheus è stato uno dei film più acclamati dell’anno passato. Una coppia di archeologi viene assunta da una compagnia per fare degli studi su un pianeta distante anni luce dalla Terra. Una volta giunti sul pianeta troveranno le rovine di una civiltà aliena uccisa da qualcosa. I membri dell’equipaggio e gli archeologi scopriranno a loro spese cosa ha ucciso questa civiltà, che chiameranno gli “Architetti”. “Architetti” che avevano portato la vita sulla terra e, ora, vogliono distruggerla. L’unica sopravvissuta del viaggio partirà per cercare di capire per quale motivo la razza umana debba essere cancellata dalla faccia della terra.
Onestamente, non capisco perché sia così osannato. Ha indubbiamente un paio di buoni momenti e una volta o due ti fa sussultare. Sicuramente gli effetti speciali sono grandiosi… Però la storia ti lascia con un sacco di domande senza risposta e il fatto che sia una saga rende questo film solo un discreto primo capitolo.
Lo consiglio? Ai fan di Alien sì. Agli altri ni. È il classico giocattolone americano.
Voto: 6.5

Death of  a Superhero è, forse, la rivelazione. Il film narra la storia di un ragazzo malato di leucemia. La malattia e le sofferenze lo portano ad avere un atteggiamento scontroso e ribelle nei confronti degli adulti (i suoi genitori e gli psicologi da cui è stato mandato per affrontare la situazione). Per sfuggire al mondo reale, si rifugia nei disegni di alcuni personaggi di un fumetto da lui creato: un eroe, uno scienziato pazzo e la sua aiutante sexy e provocante (nel film, questi tre personaggi compariranno come disegni). A cambiare le cose saranno la comparsa di due persone fondamentali nella sua vita: uno psicologo diverso dagli altri e una ragazza di cui si innamorerà. Nel frattempo, gli amici di sempre, cercheranno di trovare qualcuno disposto a fare sesso con il loro amico prima che questo muoia. Per sapere come va a finire e come si sviluppa la vicenda, guardatevelo.
Il film, ben fatto, strappa qualche sorriso e lascia addosso una forte malinconia, una volta arrivato ai titoli di coda. Fatto in Europa, è un piccolo capolavoro che segue la storia  e il percorso fatto da un ragazzo la cui vita potrebbe terminare da un momento all’altro.
Lo consiglio? Storia commovente, che non annoia e narrata con stile particolare.
Voto: 7.75

Cloud Atlas non ha una storia sola. È, invece, un intreccio di storia in cui i personaggi più importanti sono caratterizzati da una voglia a forma di stella. Le vicende narrano le peripezie di un avvocato, nell’America schiavista, di un giovane compositore bisessuale con ambizioni troppo grandi per lui, di una donna in un futuro distopico in cui la società è caratterizzata da forti differenze, di una giornalista che si impegnerà a risolvere un mistero che potrebbe costargli la vita e la storia di un uomo, in un futuro post apocalittico, che si trova a dover combattere per la sua sopravvivenza dopo aver accettato di aiutare una donna arrivata dalla civiltà.
Gli attori principali girano e occupano ruoli diversi, nelle diverse storie. L’unico trait d’union è la stella di cui sono forniti. Il film ha una struttura particolare ma risulta godibile e guardabile.
Lo consiglio? Sì. ben recitato, anche se lungo non annoia. Un Must Watch.
Voto: 8,5

Bonus:

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I Must Read di Coso #1: A Song of Ice and Fire

E, siccome ogni promessa è debito, eccomi qui. Lo avevo annunciato tempo addietro, ne avevo parlato qualche tempo fa e, alla fine, lo sto per fare davvero. Ho iniziato gli articoli sui “Must Read”. Non so bene come si svilupperà questo post e in futuro potrà subire variazioni sia stilistiche che formali. È una cosa nuova anche per me e quindi non assicuro assolutamente un cazzo.

Fatte queste considerazioni, ci tengo a dirvi che potrebbero esserci spoiler per chi segue solo la serie televisiva (di cui non parlerò) o chi ha iniziato a leggere i libri solo recentemente, perciò se volete evitarvi brutte sorprese, saltate a piè parti l’articolo. Per comodità, ho deciso che parlerò della saga nella sua interezza e non mi inoltrerò eccessivamente nell’analisi libro per libro.

A Song of Ice and Fire (in italiano Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco) è una saga fantasy scritta dall’autore americano George R.R. Martin sin dal lontano 1996. Inizialmente concepita come una trilogia, in seguito a varie vicissitudini dell’autore, si è giunti a una septologia (non credo che il termine esista, ma fatevelo andare bene). Attualmente sono stati pubblicati cinque libri, l’ultimo dei quali (A Dance With Dragons) è uscito nell’estate del 2011. Il prossimo libro (The Winds of Winter) dovrebbe uscire verso la fine del 2014, stando alle dichiarazioni di Martin (rivelatosi più volte inaffidabile, con questo tipo di pronostici).

I libri finora editi sono:

Nell’edizione inglese:

– A Game of Thrones (AGOT/GOT)
– A Clash of Kings (ACOK)
– A Storm of Sword (ASOS) – (Disponibile in due edizioni: libro unico o due libri separati)
– A Feast for Crow (AFFC)
– A Dance with Dragons (ADWD)

L’edizione italiana, invece, è molto più tribolata. Esistono varie edizioni e ristampe.

I volumi Urania:

– Il Trono di Spade
– Lo Scontro dei Re
– Tempesta di Spade Pt. 1/Pt. 2
– Il Banchetto dei Corvi

I Volumi Mondadori sono invece suddivisi nel seguente modo:

– Il Trono di Spade
– Il Grande Inverno
– La Regina dei Draghi
– Il Regno dei Lupi
– Tempesta di Spade
– I Fiumi della Guerra
– Il Portale delle Tenebre
– Il Dominio della Regina
– L’Ombra della Profezia
– I Guerrieri del Ghiaccio
– I Fuochi di Valyria
– La Danza dei Draghi

Sempre Mondadori sta ristampando i libri in modo tale da essere fedeli all’edizione inglese, sfruttando l’uscita delle stagioni televisive (attualmente è stato pubblicato il terzo libro).

Per il bene del vostro portafoglio e la godibilità della lettura, mi sento in dovere di consigliarvi di acquistare le copie in lingua originale. Il lavoro di traduzione è stato pessimo e molto “colore” viene perso con la traduzione nella nostra lingura (un esempio su tutti: quando vengono trovati i “Metalupi”, la madre non è rimasta uccisa dal corno di un unicorno ma da quello di un cervo.).

La storia si svolge in un periodo paragonabile al nostro Medioevo.

La cartina del mondo di ASOIAF

Come potete vedere dalla cartina trovata su Google Immagini, il mondo è fondamentalmente diviso in tre contineti: Westeros (paragonabile al Nord America), Essos (paragonabile all’Eurasia) e Sothoryos (paragonabile all’Africa). Inoltre, in questa mappa, non compare il Continente di Ulthos (paragonabile, credo, all’Oceania). I personaggi comparsi finora si muovono soprattutto nel continente di Westeros e in quello di Essos.

La storia ci viene narrata attraverso i punti di vista di alcuni dei protagonisti. Irrimediabilmente, questo ci porta ad immedesimarci in tutti i personaggi utilizzati dal narratore e, quindi, è inevitabile prendere le parti di un personaggio, piuttosto che dell’altro. Questo stile comporta una certa frammentazione della storia del singolo personaggio, ma non intacca lo svolgimento nella propria totalità. Attraverso i vari punti di vista (d’ora in poi abbreviati in PoV), infatti, ci viene offerta una panoramica generale di ciò che è successo non soltanto al personaggio utilizzato, ma anche ad altri.

Fatte le spiegazioni di metodo e dipinto il mondo in cui si svolgono le vicende, non resta che delineare un rapidissimo quadro generale.

La storia si svolge in un mondo medievale molto simile al nostro. Ci sono quattro grandi Lord Protettori: il Protettore del Nord, Dell’Est e del Sud. Questi quattro Lord hanno poteri straordinari, secondi solo a quelli del Re. Il compito di questi lord è di mantenere la pace e governare su quei territori in nome del re. Ogni lord protettore ha decine di famiglie che gli giurano fedeltà e accorrono in caso di necessità. Questo sistema è paragonabile al sistema feudale carolingio.
Accanto ai Lord Protettori è necessario anche far presente altre due importanti realtà: c’è una famiglia che domina sulle Terre dei Fiumi (che ha la stessa importanza di un Lord Protettore) è c’è la zona meridionale del continente che, seppur facente parte dei Sette Regni, mantiene una certa autonomia e il cui Lord è ancora denominato “principe” e si tratta di Dorne.

In questo mondo ci sono anche vari credo religiosi: ci sono gli Dèi Antichi (senza nome) venerati a Nord, ci sono i Nuovi Dèi venerati in tutto il resto dei Sette Regni (e sono: il Padre, la Madre, la Fanciulla, il Fabbro, il Guerriero, la Vecchia e lo Sconosciuto) che rappresentano le diverse facce di un unico Dio. Altra divinità venerate sono R’hllor, il Signore della Luce (Soprattutto ad Asshai delle Ombre e nelle Città Libere) e il Dio dai Mille Volti (il cui culto è legato alla morte).

Oltre alle divinità, vi sono anche creature tipiche del Fantasy quali: i giganti, i figli della foresta (paragonabili agli elfi, sebbene siano di piccole dimensioni) e poi ci sono gli Estranei di cui non sappiamo ancora molto se non il fatto che siano in grado di trasformare in creature simili a zombie le loro vittime.

Nonostante la presenza di queste creature leggendarie, la magia in questo mondo è pressoché assente. Dopo il Disastro di Valyria (di cui si sa ben poco) e la morte degli ultimi draghi, infatti, quest’arte è andata scomparendo e, quando viene usata, è come una spada senza impugnatura.

La trama è alquanto complicata e per questo cercherò di essere il più essenziale e schematico possibile e, dopo cinque tentativi in cui solo per il primo libro arrivavo ad un totale di 1600 parole (ora sono circa a 1260) ed ero ancora un quarto, mi rendo conto che è impossibile essere breve ed essenziale. Per questo, copio da Wikipedia:

Nel Continente Occidentale (Westeros), in seguito alla controversa morte di Jon Arryn (Primo Cavaliere del Re, una sorta di primo ministro), Re Robert Baratheon, che aveva conquistato il trono durante la battaglia del Tridente e lo aveva consolidato attraverso il matrimonio con Cersei Lannister, nomina Eddard Stark, Lord di Grande Inverno, suo nuovo Primo Cavaliere.

Intrighi di corte, tradimenti e desiderio di potere porteranno i Sette Regni dell’Occidente alla guerra per la conquista del Trono di Spade.

Incuranti dell’imminente arrivo dell’inverno e dell’antico pericolo che porta con sé, nessuno si occuperà della Barriera, l’ultimo baluardo tra gli uomini e le creature note come Estranei, difesa ormai da pochi e male assortiti Guardiani della notte.

Nel frattempo, nel Continente Orientale (Essos), l’ultima discendente in esilio della Casa Targaryen, la dinastia che aveva governato i Sette Regni per trecento anni prima di essere detronizzata da Robert e dai suoi alleati, sta cercando di trovare fondi e seguaci per riconquistare il regno sottrattole.

E, finalmente, arriviamo al sodo: perché una persona sana di mente dovrebbe volerlo leggere? Le risposte sono molteplici:

1) Nonostante si venga catapultati in una storia che pare già essere iniziata, è quasi impossibile non farsi prendere dagli eventi che si susseguono. Citando (più o meno) il Cacciatore “Leggo Martin soltanto perché in ogni pagina ci sono un sacco di informazioni”. Il punto di forza di questa saga, infatti, è la densità di avvenimenti in ogni pagina. Come avete notato sopra, la sinossi che Wikipedia ci ha offerto, non spiega davvero quasi nulla della storia perché è quasi impossibile riassumere tutto ciò che di rilevante accade in così poche righe.
2) È molto difficile non prendere le parti di questo o quel personaggio. Non ci sono personaggi che ti restano davvero indifferenti. Irrimediabilmente si finirà per apprezzarli o odiarli. Tra le altre cose, per quanto alcuni personaggi possano apparire piatti, è interessante notare l’evoluzione di altri (come Jaime Lannister).
3) Nessun personaggio è davvero al sicuro. Non importa che sia un re, un comandante o un nobile. Indipendentemente dal suo ruolo, ogni personaggio può morire. La dimostrazione lampante è la brutta fine che fanno Ned Stark, Robb Stark, Tywin Lannister o quella di Quentyn Martell.
4) La storia. Per quanto si tratti di un fantasy, i buoni non vincono sempre. Il confine tra bene e male è sottile, spesso confuso. Ogni personaggio non è mosso da una causa superiore (eccetto forse i Guardiani della Notte), ma dai propri interessi personali. Petyr Baelish lo dimostra alla perfezione. Varys, dicendo di servire il reame, in realtà sponsorizza la causa di altri. Tyrion Lannister è mosso dalla vendetta nei confronti della propria famiglia. Come vedete, ogni personaggio ha le proprie motivazioni per agire in un determinato modo.
5) Gli indizi disseminati lungo la storia: Martin ci offre spesso indizi di ciò che avverrà più avanti grazie a profezie e visioni che i vari personaggi hanno. Ogni volta che si rileggono i libri, balzano agli occhi elementi nuovi a cui non si aveva fatto caso prima. E, di solito, quando si realizza che tutto ci era già stato detto, è troppo tardi.

E ora, si arriva al gran finale: la valutazione.

In questo caso darò due valutazioni, una ai singoli libri e una all’intera saga.

A Game of Thrones: 9.5/10
A Clash of Kings: 9.5/10
A Storm of Sword: 10/10
A Feast for Crows: 3/10
A Dance With Dragons: 7.75/10

Ebbene sì, nonostante sia un Must Read c’è un libro che ha una valutazione di 3/10. Il motivo è semplice: in A Feast for Crows ci si concentra su personaggi che, personalmente, mi stanno sul cazzo. Al contrario degli altri libri, mi sembra lento e a tratti inconcludente. Nonostante si possa assistere alla maturazione di diversi personaggi (il già citato Jamie Lannister e Sansa Stark su tutti), il libro risente del fatto che sia stato separato da A Dance With Dragons. I due libri, infatti, in realtà dovevano essere uno soltanto ma, a causa dell’eccessiva lunghezza, Martin fu costretto a dividerli. Anche ADWD si rivela in calo rispetto ai primi tre libri. Daenerys pare essere una ragazzina in preda a tempeste ormonali continue, Tyrion viene ridotto per la prima parte del libro ad un derelitto. D’altro canto, però, la storia procede spedita e per queste due note negative, ce ne sono molte altre positive: l’evoluzione della situazione presso la Barriera dopo la grande battaglia contro i Bruti, la marcia di Re Stannis verso Grande Inverno, lo sviluppo degli avvenimenti riguardanti il comandante della flotta di Ferro.

Il voto globale è di: 9.

Viene definito una serie che ha rivoluzionato i canoni del Fantasy Moderno ed è vero. Difficilmente si trovano in altri libri di questo genere la stessa tensione e la stessa complessità presenti in questa saga. È anche vero che, non essendo un’opera finita, molto dipenderà anche dalle due uscite che potrebbero consacrare definitivamente A Song of Ice and Fire nell’olimpo dei grandi capolavori di genere oppure rispedirlo tra le moltitudini di libri discreti, a cui però manca qualcosa.

Spoiler time, fermatevi qui finché siete in tempo:

Gli avvenimenti OMG:

– La morte di Ned Stark, per decapitazione.
– La nascita dei Draghi
– Le Nozze Rosse: vengono uccisi Robb Stark, il re del Nord e molti suoi uomini. Viene uccisa anche Catelyn.
– La battaglia alla Barriera: una delle battaglie fondamentali del libro in cui i Bruti vengono respinti dai Guardiani della Notte grazie all’aiuto di Stannis
– La battaglie delle Acque Nere: Stannis viene spazzato via dall’alleanza tra Alto Giardino e i Lannister
– Il viaggio di liberazione degli schiavisti di Daenerys: La giovane ultima superstite della casa Targaryen percorre la baia degli schiavisti mettendola  a ferro e fuoco, dopo aver liberato tutti gli schiavi.

E tanti altri che non ricordo.

Questo è quanto.

Cya.

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L’estate è finita

Rieccomi qui, dopo un po’ di tempo. Avevo promesso, nell’ultimo post, di scrivere un sacco di roba interessante e invece… Invece un cazzo. Non c’ho proprio voglia e quindi v’accontentate. Ché, se voleste leggere qualcosa di interessante, dovreste andare qui, qui  o qui.

Mentre scrivo queste righe, comunque, ci tengo a dire che sono ancora in montagna coi miei e quindi tagliato fuori dal mondo civilizzato, dato che l’internet è solo sul cellulare ed è utilizzato in modo limitato e solo per Whatsapp. C’è un temporale bellissimo che, dopo aver scaricato grandine, è tornato a normale diluvio. In attesa di farmi la doccia, quindi, sto scrivendo l’introduzione per poi continuarlo, sooner or later.

L’arrivo del brutto tempo, che dovrebbe perdurare per tutto il week end, pone una prematura fine alle scampagnate. E, questo, può voler dire solo una cosa: riuscirò a vedere tutti i film senza alcuni problemi. Parlo di film perché, a conti fatti, è stata una delle cose a cui ho dedicato più tempo (dopo le camminate).

*interruzione perché sua madre ha fatto saltare la corrente per l’ennesima volta, asciugandosi i capelli*
Stavo parlando di film ma un blackout, una doccia e una cena dopo, mi è sovvenuto che forse sarebbe meglio parlare dei film in questione in un altro articolo, piuttosto che fare un pastone di cui non capirebbe nulla nessuno (non che in questo modo qualcuno ci capisca qualcosa, ma alla fine, chissene).

Comunque, dicevo che ho dedicato un sacco di tempo ai film. Oltre a guardare film, però, ho fatto anche altro. Tanto per cominciare, ho camminato un sacco. Le discese al lago sono rimaste un must (le salite, però, le ho fatte in macchina) e la gita fuori porta mi ha portato a 1850 metri d’altezza (ho fatto da 1500 metri a 1850 a piedi) e sotto, come bonus, troverete dei reperti fotografici.
A proposito di reperti fotografici, mi sono scoperto uno stalker perfetto (e, anche in questo caso troverete tutto sotto) e mi sono dedicato a questo hobby per le animazioni automatiche di G+ (sperando che sia riuscito a fare abbastanza foto nel modo giusto). Come avrete modo di notare, ci sono un paio di belle figliole (probabilmente Jailbait), ma anche l’occhio vuole la sua parte.
Fun Fact: Ero in spiaggia, all’ombra, a leggere (sì, il lago ha una spiaggia e, sì, io leggo all’ombra in spiaggia) quando sono arrivate due belle ragazze. Mia madre e mio padre si sono messi a ridere perché la genitrice gli ha detto (e cito quasi alla lettera): “Guarda quel pirla di tuo figlio: continua a leggere mentre gli passano di fianco due belle ragazze”. Ecco, questo è come mi vede mia madre (troverete i reperti fotografici delle ragazze, sotto).

E oltre alle passeggiate, ai film e alle foto, mi sono dedicato allo studio. E devo esser sincero: l’ho fatto perché mi annoiavo. Tutte le mattine da dopo colazione sino all’ora di pranzo con un po’ di musica di sottofondo, mi sono dedicato allo studio. Gli esami si avvicinano e a settembre devo riuscire a darne il più possibile (ergo, mi devo muovere per forza di cose). Il ritmo è stato ingranato e spero di riuscire a mantenerlo anche una volta rientrato a casa.

Passando dal dovere al piacere, sono anche andato avanti con la lettura. Per quanto riguarda “A Clash of Kings” avanzo ogni giorno del 5/7% e sono arrivato ormai a più del 70%. Il prossimo libro, inevitabilmente, sarà “A Storm of Sword”. Oltre ai libri, però, ho avuto modo di recuperare le prime tre serie degli Ultimates. La rilettura in chiave moderna dei Vendicatori, nonostante ben scritta per le prime due run, non mi ha fatto impazzire in modo particolare. Ma non avendo speso nulla, non mi lamento. Sono stati un ottimo riempitivo nei momenti di forte noia.

Nell’articolo precedente avevo anche detto che mi sarei concentrato su altro rispetto al blog, ma che comunque avrei scritto. Beh, ovviamente ho mentito. Ho scritto poco e la voglia, per il momento, non c’è. Complice il fatto che abbia intenzione di andare avanti con quello che sto facendo con molta calma, senza forzare troppo la mano, non mi stupisce poi molto. Tra l’altro, anche per eventuali racconti brevi, non ho assolutamente idee. Quindi, almeno per ora, a livello di scrittura non c’è un cazzo da dire. Shame on me.

E, ora, un po’ di note random.

Per quanto riguarda la musica, debbo dire che il colloquio con mio zio sarà chiarificatore in un senso o nell’altro. Per il momento, però, posso dire che i Talking Heads sono tantissima roba.

Mentre mi asciugavo i capelli, mi sono accorto di come non sia più in grado di cagare una riflessione profonda nemmeno previo equo pagamento. Non che senta la mancanza dei post pseudofilosofici di cui non frega un cazzo a nessuno (nemmeno a me, tanto per capirne). Fortunatamente, a supplire a questa mancanza, ci sono le blogger. Loro sono bravissime nel farlo: riescono a trarre un insegnamento di vita o una riflessione di carattere generale da un’unghia rotta. Grazie, ragazze.

Il viaggio in fumetteria si avvicina. Entro fine agosto, metterò le mie luride zampacce sul numero 600 di Amazing Spider-man e niente sarà più come prima. Ovviamente, l’hype è a mille. Tra le altre cose, inizierò a riportare al mio fumettaro un po’ di manga che sono nell’armadio ad occupare spazio.

Non avendo internet, oggi è stata una giornata traumatizzante: ho controllato la mail dal cellulare e mi sono ritrovato con otto email di notifica da wordpress. E, tra l’altro, ho almeno tre commenti da moderare più la coda di spam. This is madness. D’altro canto, shit happenz.

Gods be good, fortunamente ho finito di sprecare il vostro tempo.

Questo è quanto.

Cya.

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Tra una partenza e l’altra

Rieccomi di rientro dall’ennesimo viaggio. In realtà, sono rientrato febbricitante lunedì sera ma ho avuto da fare altro e quindi qui non ho scritto. Il fatto che domenica riparta (e questa volta sarò senza internet per ben otto giorni) mi concede poco tempo per poter scrivere qui. Il post, ovviamente, non parlerà di assolutamente nulla. Anzi, lo sto scrivendo solo perché ho in mente il finale definitivo e assoluto.

Sullo studio estivo. Ho iniziato a studiare. Viaggio con una media di tre ore e mezzo (circa) al giorno. Oggi sono venuto a capo della funzione della domanda e di quella dell’offerta. Sono un bambino felice perché sono riuscito anche a fare gli esercizi e ciò è una cosa molto figa, alla luce del fatto che soltanto sabato non riuscivo a capire un cazzo di quello che stavo leggendo e la mia reazione era di perplessità. In montagna, senza l’internet, spero di incrementare le ore studio e di trovare il tempo per fare più esercizi.

Sul Blog. L’About me è stato rifatto di nuovo. Avere due schede mi sembrava poco sensato e in un raptus di follia, le ho fuse. Mi fa piacere che qualche visitatore ci finisca sopra per sbaglio anche se dubito venga letto, quindi è come se nessuno andasse a visitarlo. Il progetto di approfondire i must read e i must watch è ancora in fase di progettazione ma farò in modo che non venga droppato per mancanza di voglia/tempo/salcazzoché. Magari non uscirà nulla entro breve, ma comunque prima o poi qualcosa si smuoverà. Restate in attesa. Oppure sbattetevene le palle, non che la cosa mi cambi molto.

Sulla scrittura. Nonostante qui sul blog non abbia avuto molto da dire, negli ultimi tempi, le mie energie sono concentrate su un progetto che potrebbe non vedere mai la luce. La notizia positiva è che mi tiene lontano da qui. Quella negativa è che, purtroppo per voi, non lo fa abbastanza. Non dirò nulla anche perché, sebbene un’idea di massima l’abbia in mente, molte cose devono ancora essere decise e messe nero su bianco. Ritornando a parlare di scrittura in senso più ampio, non escludo di scrivere un post simile a “Sulla strada per Samarcanda” appena mi verrà l’illuminazione.

Sulla politica. È parecchio che non parlo né di politici, né di politica. Probabilmente, di rientro dalle vacanze, tornerò a farlo magari cercando di evitare quelle panoramiche generali di cui non frega un cazzo a nessuno. In fondo sia PdL, sia PD mi offrono tanto di cui poter parlare. Indubbiamente mi occuperò sia della condanna di Berlusconi, sia del congresso che ancora non ha una data precisa e proverò a spingermi nel campo delle ipotesi riguardo ad una prossima campagna elettorale. Tutto questo avverrà, probabilmente, sul medio termine, ma il primo dovreste averlo entro la fine di settembre.

Sulle visite. Cose A Caso ha assistito ad un graduale, ma continuo declino di visite. Dopo aver raggiunto picchi insperati e non voluti, si sta rientrando normalmente alla normalità (per quanto le parole chiave che portano qui i visitatori siano tutto, fuorché normali). Mesi e mesi di duro lavoro hanno iniziato a dare i propri frutti giù da un po’ di tempo, ma ho aspettato a dirlo perché volevo si confermasse il trend e che non fosse tutto attribuibile a un calo momentaneo e fisiologico. E che ve devo dì? So soddisfazioni.

Sulla frequenza dei Post. Sto pensando di aumentare le pause tra un post e l’altro. Anziché scrivere un post a settimana (“Citazioni”, “Riflessioni a Caso”, “Dialoghi Surreali” non li conto), penso ne scriverò uno ogni due/tre settimane, per arrivare ad avere almeno uno o due post al mese. Le motivazioni alla base di questa scelta sono diverse: da un lato c’è la mancanza di argomenti da trattare, dall’altro dei ritmi che non mi permettono di tirar fuori roba interessante (o per lo meno, più interessante di questa), dall’altra ancora la noia e il logorio dell’abitudine. D’altro canto, l’obiettivo è quello di mantenere la striscia positiva che ora è arrivata a ventidue mesi di seguito. Inoltre spero che questo mi permetta di potermi concentrare anche su altro.

Sul tedio estivo. E, quest’anno, complice il fatto che sia sempre con la valigia in mano, il tedio estivo non s’è ancora fatto sentire. Ho avuto modo di occupare il mio tempo in modo proficuo e divertirmi. Tra l’altro, bene o male, sono riuscito ad avere dei rapporti interpersonali quasi decenti che mi hanno lasciato aperte delle alternative di uscita anche quando ero a casa. È anche vero che pur di far passare il tempo mi sia messo a studiare, il ché e tutto un dire… Però, non c’è male rispetto agli anni passati.

Sulle madri nordiche che ti fanno innamorare. Perché, ti può capitare di andare a cercare un posto all’ombra ed essere circondato da tedeschi e olandesi. E ti può anche capitare di vedere, oltre a tanti marmocchietti o vecchiacci, una madre bellissima. Con un nasino a punta squisito, dei capelli biondissimi e degli occhi azzurrissimi. E, sì, può anche capitarti di pensare “Zap! Now I’m in love”. Ecco, a me è capitato.

Sul finale e il motivo del post. E, ci siamo, siamo arrivati al pezzo forte. Ché, se un giorno mi dovesse succedere quanto sto per scrivere, le cose possibili sono tre:

1) Ha letto questo post.
2) Gli Dèi esistono.
3) È la donna della mia vita (e, probabilmente, ha letto questo post).

Comunque sia, il sogno è che codesta donna, dopo un pompino, mi dica “Sa di comunismo e di libertà.”

Questo è quanto.

Cya.

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Il Disagio.

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Intermezzo (tra una cazzata e l’altra)

Il titolo, ovviamente, non è assolutamente indicativo di nulla. In questo post, tra le altre cose, potrete trovare la risposta alle domande che più vi hanno tormentato dal Comunicato numero 79. Come sono andate le vacanze di Coso? Cosa avrà mai fatto? Cosa farà, adesso? Bene, questo e molto altro, lo scoprirete continuando a leggere.

Quest’estate sarà, nel bene e nel male, un’estate diversa. Diversa non tanto perché, rispetto agli anni passati, ci sia voglia di evadere dalle quattro mura domestiche (e il caldo ammorbante) e nemmeno per il fatto che abbia deciso di ritirarmi dove non ci sia nessuno, quanto per come si siano svolte (e si svolgeranno) le mie vacanze.

Stando ad un servizio sentito oggi al TG2, le vacanze stanno diventando sempre di più un fenomeno da social network con foto, stati e quant’altro sulle proprie vacanze. Il sottoscritto, prima di saperlo, aveva fatto di più e meglio: tutti gli articoli di quella settimana, infatti, non sono altro che gli highlights dei momenti più divertenti della vacanza. Probabilmente, in questo articolo, non verrete a saperne molto di più un po’ perché me ne sono dimenticato e, un po’, perché quanto è successo sono squisitamente cazzi nostri. Nostri di chi? Questo, posso dirvelo: con me, in montagna, dal 21 al 27 luglio c’erano la Fatina dei Boschi, il Cacciatore di Tonni e la Secsdonna. Dovessi descrivere in breve la nostra vacanza, lo farei in questo modo: un’esperienza bella, divertente e sicuramente da ripetere in futuro (spero non troppo remoto).
Comunque sia, per rispondere al quesito “cosa ha fatto Coso?” vi dirò che ho cucinato (senza avvelenare nessuno e per ben una settimana), scritto (poco, per la verità), lavato i piatti e le pentole (da bravo uomo di casa), camminato (dannate salite, anche quest’anno vi ho fregato) e giocato alla Play (Sono andato avanti in Kingdom Hearts, anche se nel frattempo sono usciti altri mille mila giochi).
Le menzioni d’onore vanno fatte: ai gavettoni a tradimento, al rischio di annegamento per aver salvato la Fatina dalla stessa sorte e l’aver resistito quasi una giornata intera senza aver parlato né di porni, né di sesso.
I momenti “social” della vacanza sono stati: Le issues di NationStates e la ricerca delle Rosse da parte del sottoscritto.
Lo scherzo più bastardo è stato: quello di farmi sparire la cartella delle rosse (caricata su un HD esterno della fatina). La situazione si è, però, risolta nel migliore dei modi e tutti abbiamo vissuti felici e contenti.
Il momento più triste è stato: quando ho riaccompagnato la secsdonna a prendere il treno in Centrale e l’ho vista salire a bordo, ponendo definitivamente la parola fine alla vacanza.

E, adesso, cosa succederà? Ottima domanda. La prima certezza è che venerdì si riparte. Io e la Fatina ci ritiriamo di nuovo in montagna un po’ per sfuggire all’afa, un po’ per cambiare aria. Il rientro è previsto per lunedì nel dopocena. Il programma è ancora nebuloso e poco chiaro, ma per lo meno la lista della spesa e le idee per la cucina sono già nero su bianco. Sfrutterò questi quattro giorni per scrivere (non dico cosa sto scrivendo, perché l’ultima volta che l’ho fatto, alla fine, ho droppato. E succederà anche stavolta, comunque), per rilassarmi un po’ e per giocare a Kingdom Hearts. Probabilmente si scenderà al lago e ci bagneremo i piedi al lago.

Una volta rientrati, le strade della Fatina e quella del sottoscritto si divideranno di lì a breve. Lui andrà in vacanza e io… E io aspetterò la settimana del 18 agosto per salire di nuovo in montagna, stavolta coi miei. I programmi, così come il menù, in questo caso mi sono del tutto estranei. Probabilmente, gireremo nei paesini lì intorno e, chissà? Potrei incontrare la mia secsi barista preferita con due amiche bonazze (tutte e tre uberfidanzate, ma sono dettagli). Il rientro è previsto intorno al 25.

L’ultima settimana di agosto, sarò a casa e non mi sento di escludere di organizzare un Meet Coso che poi salterà per mancanza di adesioni.

Tra le altre cose, in mezzo a tutto questo divertimento, dovrò riuscire ad inserire il tempo per lo studio, il tempo per la lettura (libri e fumetti). Se, per caso, qualche curioso volesse sapere cosa sto leggendo in questo periodo, sarò più che lieto di accontentarlo (allungando il brodo di un articolo venuto un po’ corto):
Libro: A Clash Of Kings – George R.R. Martin. A seguire: uno tra A Storm Of Sword/The Colour Of Magic
Fumetti: A+X 1. A seguire: A+x 2 e poi, in ordine casuale: Avengers, Amazing Spiderman, Uncanny Avengers, All-New X-Men, Wolverine & The X-Men, Captain America.
Sempre riguardo alle letture, mi rendo conto che i Must Read di Coso, al momento, siano un po’ scarni. Per questo mi impegnerò, di tanto in tanto, a fare un articolo in cui spiegherò per quale motivo il libro/fumetto/manga è entrato in quella lista.

Altra sorpresina in arrivo è la scheda “I Must Watch di Coso” in cui, per il momento, inserirò solo i titoli dei film e, appena avrò voglia e tempo, dedicherò lo stesso approfondimento riservato ai libri. Per “I Must Listen di Coso” vi basta spulciare i vari bonus e gli intermezzi musicali, invece.

In mezzo a tutto questo, oltre ad un editoriale da scrivere per la Gazzetta di Baruccana, dovrò riuscire a mantenere più o meno in vita i pochi rapporti interpersonali che valga la pena avere. Dovrei anche, ad essere sincero, riuscire a riallacciarne qualcuno e, almeno sotto questo aspetto, non sta andando male dato che ho ripreso i contatti con un carissimo amico con cui non parlavo e non mi vedevo da un sacco di tempo. E, sì, lo so che parlo (quasi) sempre di maschi. È che, semplicemente, con le ragazze non ci sono mai (o quasi) novità degne di nota. E, ovviamente, non ci sono eccezioni. Qualcuna di interessante c’è e, il fatto che una ragazza susciti interessi, dovrebbe essere la conferma che non sono mica omosessuale (Needed Quotation). Ovviamente, oltre ad un interesse molto generico, non c’è molto altro. Mi riserbo di non tenervi informati sullo sviluppo della vicenda. E, per evitare il totonomi, per il momento è tutto a livello talmente embrionale che potrebbe risolversi tutto in un nulla di fatto già da domani.

Comunque sia, penso di aver detto tutto. Ci sarò a singhiozzi, quindi buon proseguimento d’estate a tutti.

Questo è quanto.

Cya.

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Quei film appena visti

Vabbè, siccome è estate e la voglia di scrivere è (relativamente) poca, oggi vi beccate una sorta di elenco dei film visti con annesso giudizio. Non saranno, ovviamente, delle recensioni.

E, il primo film è il Caimano: diretto da Nanni Moretti. Il film racconta la storia di un produttore (Silvio Orlando) ormai in crisi che decide di lavorare su un progetto di una giovane regista (Jasmine Trinca) che racconta la vita di Berlusconi. Durante il film, oltre a seguire le vicende personali del produttore, ci viene fornito uno spaccato della vita italiana dopo trent’anni di berlusconismo. Vengono ripresi alcuni dei momenti più importanti della carriera di Berlusconi (l’apertura delle emittenti private di Mediaset o l’acquisizione del Milan, per esempio) e la pessima figura che ci fece fare al Parlamento europeo con il rappresentante tedesco. Il film/documentario incontra svariati problemi e, alla fine, riescono a girare soltanto l’ultima scena: il processo al Caimano. Come tutti ben saprete (visto che gli è stato dato un gran risalto), la sentenza è la seguente: colpevole e condannato a sette anni di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Il film, nonostante siano passati sette anni, è ancora attuale e dà ottimi spunti di riflessione sulla situazione politica e culturale italiana. Ciò nonostante, il finale lascia molti quesiti in sospeso sulla vita del protagonista (il produttore del film): il film riuscirà a farlo rientrare delle speso o avrà perso tutto? Il rapporto con la moglie è deteriorato irrimediabilmente? Insomma, mi dà l’idea che sia un film incompleto.
Lo consiglio? Ni. È indubbiamente un buon film, ma per le tematiche trattate potrebbe non interessare a tutti.
Voto: 7

Zero Dark Thirty è diretto da Kathryn Bigelow. Il film racconta le operazioni che hanno portato all’uccisione di Osama Bin Laden il 2 maggio del 2011. L’introduzione ci è data dall’audio delle persone coinvolte nell’attentato delle Torri Gemelle. Seguendo le vicende di Maya (Jessica Chastain) (dal primo interrogatorio fino all’operazione da cui è tratto il titolo del film) si fa un viaggio attraverso la così detta Lotta al Terrore sotto l’amministrazione Bush prima e sotto quella Obama poi. Ci vengono mostrate le torture a cui erano sottoposti i prigionieri, gli attentati di Londra e i pedinamenti fatti ad alcuni uomini chiave per arrivare al nascondiglio di Bin Laden e alla sua uccisione.
Il film ha il pregio di riuscire a non prendere una posizione, rimanendo imparziale, sia sull’utilizzo delle torture  (non viene mai espresso un giudizio, se non per bocca di Obama), così come non si tende ad esaltare eccessivamente l’uccisione del più pericoloso terrorista. Nel complesso, quindi, è un discreto film che mescola thriller, azione, dramma e racconta una storia realmente accaduta. Non un capolavoro, non un brutto film.
Lo consiglio? Sì. Se siete in cerca di un film sull’argomento oppure volete qualcosa con un buon grado di tensione, questo film andrebbe più che bene. E, poi, c’è lei.
Voto: 7.5

Funny People, diretto da Judd Apatow, è una commedia del 2009. George Simmons (Adam Sandler), famoso comico, scopre di essere afflitto da una rara forma di leucemia, troppo avanti per essere tratta dai farmaci tradizionali. Inizia quindi una cura sperimentale, ma il dover affrontare la morte gli fa capire di aver sbagliato tutto nella sua vita. Grazie all’aiuto di un ragazzo che gli farà da assistente (Seth Rogen) e gli scriverà le battute, proverà a rimediare agli errori fatti. Ricontatterà anche la ex fidanzata, sposata con un australiano (Eric Bana) con due figlie, per cercare di ripristinare il rapporto. La guarigione, però, lo riporterà alle precedenti brutte abitudini e ciò lo porterà ad uno scontro col suo assistente, nonché migliore amico, che culminerà col licenziamento di quest’ultimo. Il film, comunque, avrà un lieto fine che non vi svelerò.
Anche in questo caso si è di fronte ad un film nella media. Il tema della malattia e della redenzione è affrontato in modo meno drammatico, rispetto al solito. Ciò nonostante, è meglio di molte commedie americane. D’altro canto, alla fin fine, non ti lascia assolutamente nulla dopo la visione e, in alcune occasioni, c’è la tendenza a scadere eccessivamente nel volgare e nel banale.
Lo consiglio? No. Potreste trovare di meglio senza troppi problemi. Se proprio non avete nulla di meglio da vedere, guardatelo. Dovrebbe farvi ridere almeno un po’.
Voto: 6

The Royal Tenenbaums è una commedia diretta da Wes Anderson, del 2001. Ci viene raccontata la storia della famiglia Tenenbaum: marito e moglie si separano dopo dieci anni e tre bambini. I tre bambini dimostrano di essere tutti dei piccoli geni. Il primogenito, Chas (Ben Stiller) è un mago della finanza. La secondogenita (figlia adottata), Margot (Gwyneth Paltrow), è una scrittrice di successo. Il terzogenito, Richie (Luke Wilson), è un campione di tennis. Crescendo, però, tutti e tre i figli si sono persi per strada. Chas, dopo la morte della moglie, è ansioso e iperprotettivo nei confronti dei due figli, Margot non riesce più a scrivere ed è incastrata in un matrimonio frustrante mentre Richie, dopo essersi ritirato, si è imbarcato su una nave. Ed è proprio in questo momento che Royal (Gene Hackman), il padre, rientra in scena. L’uomo, ormai sull’orlo della bancarotta, viene a sapere che la moglie (Anjelica Huston) sta per risposarsi con il suo contabile. L’uomo, si fingerà malato di tumore e cercherà di evitare che i due si sposino. Nel frattempo, il rapporto coi figli riprenderà tra mille difficoltà e, anche grazie al suo aiuto, alcuni problemi verranno risolti. Quando, però, verrà scoperto che Royal non era malato di cancro, tutto quanto di buono verrà rovinato. Nel frattempo, Richie cerca di suicidarsi, dopo aver scoperto tutte le storie avute da Margot (di cui è innamorato). Una volta uscito dall’ospedale, però, la sorellastra rivelerà di ricambiare i suoi sentimenti. Royal, capendo di aver sbagliato ad agire come ha fatto, concederà il divorzio alla moglie e salverà la vita dei figli di Chas da una macchina che stava per investirli.
Il regista è lo stesso di Moonrise Kingdom e si nota. Sia l’utilizzo dei flashback, sia le inquadrature e l’impostazione del film ne fanno un predecessore (riuscito benissimo). Questa è una commedia ben riuscita: non fa ridere, ma fa sorridere. Inoltre, ci sono momenti di malinconia che rendono il film quasi agrodolce. L’utilizzo delle canzoni, tra l’altro, è perfetto. Una colonna sonora quanto mai azzeccata. L’idea di dividere il film in “atti”, con la possibilità di leggere ciò che succede sulle pagine di un libro, è una chicca non da poco.
Consigliato? Assolutamente sì. Se aveste amato Moonrise Kingdom, questo sarebbe indubbiamente un must watch. E, poi, Gwyneth in sto film è tantissima roba.
Voto: 8,5

Per concludere, invece, un altro film di un regista italiano: This Must Be The Place di Paolo Sorrentino. Il film è, fondamentalmente, diviso in due parti: la prima parte ci mostra come una ex rock star, ormai in declino, continui la sua vita in maniera sempre uguale e noiosa. Per lui, le lancette dell’orologio sembrano essersi fermate al suo ritiro. Le uniche persone con cui riesce a rapportarsi serenamente sono la moglie e una ragazza (Mary) che, oltre ad essere una sua grande fan, è anche una sua grandissima amica. A strapparlo dalla noia e dalla vita consuetudinaria che lo stava soffocando, è il funerale del padre. Il padre, un ebreo deportato ad Auschwitz, con cui non aveva rapporti da quando aveva iniziato la sua carriera nel mondo della musica. Il cugino darà a Cheyenne (Sean Penn, il protagonista) i vecchi diari del padre e gli chiederà di trovare il nazista che aveva umiliato il defunto. Cheyenne, quindi, inizia un viaggio che lo poterà attraverso l’America, alla ricerca di questo nazista.
Il film, alla fine, non è altro che la metafora della maturazione del protagonista. Il viaggio, oltre che essere compiuto fisicamente, è anche compiuto spiritualmente. E sarà proprio durante questo viaggio che Cheyenne riuscirà ad affrontare i fantasmi del proprio passato (e del passato di suo padre). Durante il viaggio incontrerà molte persone e, nel bene o nel male, questi incontri cambieranno non solo la sua vita, ma anche quella degli altri. Una nota di merito a Sorrentino che è riuscito a rendere un film del genere molto introspettivo attraverso la lettura dei diari del padre. Da notare anche come, durante il film, si farà ricorso all’anafora “Prima dell’inferno” e che solo nel finale l’anafora cambierà diventando “Durante l’inferno”.
L’unica cosa che potrebbe far storcere il naso è la poca importanza data a quelli che, nella prima parte, erano personaggi fondamentali. Nonostante questo, rimane un capolavoro che chiunque dovrebbe vedere.
Consigliato? Assolutamente sì. Un altro capolavoro di Sorrentino che ha preso meno premi di quanto meritasse.
Voto: 8.75

Questo è quanto.

Cya.

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Un Consiglio Rapido

Che forse potrei anche andarmene a letto ed evitare di far la figura della ragazzina sentimentale, rovinandomi la reputazione duramente costruita in tutti questi anni di vita.

Epperò, non renderei giustizia ad un film bello e toccante. Un film a cui, leggendo la trama, non avrei dato due centesimi. Però, boh, stasera ho deciso di rischiare e ne è valsa la pena.

Il film in questione è Reign Over Me, con Adam Sandler e Don Cheadle. Una storia toccante in cui si alternano sorrisi a momenti melanconici, se non tristi. Un film che, in fondo, racconta la storia di due uomini. Due uomini con vite completamente diverse: il primo è insicuro, non è in grado di farsi valere né sul lavoro, né con la famiglia. Il secondo, invece, è incapace di affrontare la realtà e per questo si è abbandonato alla realtà virtuale. Ad un gioco: Shadow Of Colossus. Sarà l’incontro che li riavvicinerà, dopo due anni di condivisione della stanza all’università, ad imprimere una svolta alle loro vite.

Mi rendo che detto così non valga un cazzo e non si capisca assolutamente nulla della storia, ma guardatelo che ne vale davvero la pena.

E anche la colonna sonora non è niente male.

Questo è quanto.

Cya.

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Di tutto, un po’

Devo essere estremamente sincero: non è che abbia molto da dire. Il primo caldo e lo studio mi tolgono la voglia di fare quasi tutto. Se ci si aggiungono i vari impegni, si spiega perché stia scrivendo un post alle 12.20 di mattina (al posto di studiare). Comunque sia, ormai ho iniziato e quindi arriverò alla fine del post. O morirò nel tentativo di farlo. Ci tengo anche a dire che non so esattamente di cosa parlerà questo post (ho due argomenti sicuri e poi il vuoto), quindi fate un respiro profondo e preparatevi a sprecare tempo prezioso della vostra vita.

E in principio furono le Amministrative. Amministrative che per il sottoscritto e il suo gruppo, sono iniziate con le primarie per designare il candidato sindaco del centro-sinistra. Nel post di settimana scorsa accennavo al ballottaggio e al fatto che, comunque fosse andata, ne sarebbe valsa la pena. Beh, mentivo. Sia chiaro, l’esperienza è stata bellissima e se mi dicessero di rifarla non ci ripenserei due volte (giusto quelle quattro o cinque). Comunque, dicevo, che mentivo. Mentivo perché se avessimo perso avrei (o per meglio dire, avremmo) avuto la conferma che per quanto ci si impegni sul territorio e per quanto si lavori bene, le vecchie logiche sono sempre quelle predominanti. Eppure, i cittadini di Seveso, hanno deciso di voltare pagina ed eleggere un candidato sindaco “rosso”, dopo quindici anni di mal governo del centro-destra. Fortunatamente è andata così e ora ci sarà tantissimo da lavorare anche per quelli che non fanno parte del consiglio (come il sottoscritto). C’è talmente tanto da lavorare che sia sabato mattina, sia mercoledì mattina dovremo essere al mercato per dimostrare che dopo la vittoria non siamo spariti. E dato che gli Dèi sono dei sozzi bastardi, mi toccherà svegliarmi presto.

Sabato ho incontrato V. e il suo moroso. Con me c’era la Fatina. Devo dire che è stata una giornata piacevole che sicuramente avrà un bis (in quel di Milano, dato che a Parma la gestione ci lascia assai perplessi). Quando V. dice che ho una parolina buona per tutti, sta dicendo la verità. E, quel giorno, ero anche di buon umore. Vi lascio immaginare quanto possa essere delicato e fine quando ho lo scazzo atomico. Comunque sia, ci tengo a dire che non ho fatto complimenti solo alle tettone, ma anche a fanciulle molto belline che sono sbucate dal nulla e che poi abbiamo perso di vista. Tra l’altro, tornando in Sempione, io e la Fatina abbiamo incrociato una gingerina stupenda. Una giornata perfetta per iniziare una tre giorni altrettanto perfetta. Mi è stato chiesto come sia V. dal vivo. La prima risposta che m’è venuta da dare è diversa. Diversa in meglio, ovviamente. L’incontro è andato più o meno come auspicabile, se escludiamo una colazione fatta di corsa.

A proposito di incontri, dopo il fallimento dei precedenti tentativi vogliate per il tempo, vogliate perché non frega un cazzo a nessuno, ho intenzione di riproporre il Meet Coso. Cos’è il Meet Coso? Semplicissimo: è l’opportunità di incontrare il sottoscritto (ed eventualmente la Fatina e il Cacciatore) per conoscerci personalmente. Le modalità penso non cambieranno: giornata a Milano da trascorrere tra la Feltrinelli e Parco Sempione. Pranzo possibilmente al sacco e tanto tanto divertimento (non assicurato). Per le date ci si metterà d’accordo più avanti. Perché dovreste venire, se abitate dall’altra parte del mondo? Semplice! Avrete l’occasione di conoscere me ed io, causa culopesismo cavalcante, non mi muoverò da Milano. E, sì, mi rendo conto che questa affermazione non sia molto carina, ma ceste.

Prima o poi inizierò una rubrica sulle mie letture. Ho intenzione di copiare l’idea a V., che so già che mi perdonerà. Forse. Comunque sia, devo solo mettere insieme la voglia di scrivere e scegliere un libro dei tanti che ho letto e sto leggendo (sempre sia lodato il Kindle). Partirò, probabilmente, dalla lista che troverete nei “Must Read di Coso” che, tra l’altro, sarà da aggiornare. Sia mai che riuscirete a trovare qualcosa di interessante da leggere. Dato che si parla di libri e che, comunque sia, non ne se ne leggono mai abbastanza, mi affido a voi per consigli su libri che potrebbero piacermi (vi lascio libertà di genere e autore), ma tenete presente che alla fin fine, farò una cernita e chi si è visto si è visto.

Rimanendo in tema artistico, ieri l’altro ho rivisto il Divo. Ed è un filmone, senza ombra di dubbio. Ora, nella lista di film da vedere, ho “La meglio gioventù”. E questo mi riporta alla mente che, in teoria, io, il Cacciatore, la Fatina e la Secsdonna dovremmo riprendere col cineforum. Sono convinto che prima o poi riprenderemo (anche se in realtà, tutto si è bloccato per mia colpa, mia grandissima colpa).

Penso di aver scritto abbastanza, quindi mi fermo qui.

Questo è quanto.

Cya

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