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Riflessioni a Caso #43

La cosa più intelligente che avrei dovuto fare per sfruttare al meglio questa domenica era quella di restare a letto e continuare a rotolarmi tra le coperte, come un cinghiale si rotolerebbe nel fango.

Poi mi sono alzato.

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Riflessioni a Caso #42

Solo perché non ti spedisco a farmi un panino ogni volta che ti parlo, non significa che non ti consideri donna. Cazzo… Posso farmeli da solo, i miei panini.

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Riflessioni a Caso #41

Hey, ascolto punti di vista diversi prima di fare come voglio io.

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Riflessioni a Caso #40

(e quando faccio questi sogni, quasi mi mancano quelli popolati da demoni)

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Riflessioni a Caso #40

Siamo Cosi… Oltre i complessi c’è di più (sulle note di “Siamo Donne, oltre le gambe c’è di più”)

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Citazioni #43

Una fine non è mai facile. Me la immagino così tanto nella mia testa che non potrà mai soddisfare le mie aspettative, e finirò sempre per rimanere deluso. Non sono nemmeno sicuro del perché m’importi di come finirà tutto. Immagino che sia perché tutti crediamo che quello che facciamo sia molto importante, che le persone pendano dalle nostre labbra, che diano importanza a quello che pensiamo. La verità è che devi considerarti fortunato se anche solo di tanto in tanto fai sentire qualcuno, chiunque, un po’ meglio. In fondo è qualcosa che riguarda tutte le persone entrate nella mia vita, e mentre la mia mente ne ricordava le facce ho pensato anche alla mia famiglia, ai colleghi, agli amori perduti, a quelli che ci hanno lasciato. E come ho girato l’angolo sono venuti tutti da me, come un’onda di esperienze condivise. E anche se mi sentivo al caldo e al sicuro, sapevo che doveva finire. Non è mai un bene vivere troppo a lungo nel passato, e per quanto riguarda il futuro, grazie a Dan, non sembra più così spaventoso… può essere quello che vuoi tu.

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Riflessioni a Caso #39

Ottenuto un certo seguito, uno scrittore/blogger/giornalista potrebbe pure scrivere ripetutamente “Caccapupù” e otterrebbe comunque il plauso di chi gli sta intorno.

E, intanto, nel mondo una persona che ama la buona scrittura muore un po’ dentro.

20/12/2013 – V. capirà sicuramente

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Riflessioni a Caso #38

Le soddisfazioni della vita 486: non dover dar retta agli utenti che sventuratamente capitano sul tuo blog, dato che sono così carini da evitare di commentare.

Continuate così ♥

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Riflessioni a Caso#37

Chiunque abbia detto “Il lavoro nobilita l’uomo” non ha mai dovuto portare il mobile del soggiorno di sua madre in cantina, facendo due piani di scale.

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This is THE END, my dearest friend.

In principio, fu la tenebra. Poi, venne la luce. La luce di un monitor. E, sì, quello davanti allo schermo sono io che, dopo aver letto un post, valuto fortemente la possibilità di fare altrettanto. Inizio a scrivere. Cancello.
Rincomincio a scrivere. Cancello di nuovo.
Svariati tentativi dopo….

Ottavo tentativo.

Genesi:

In principio furono un pomeriggio di marzo del 2012 e la noia. Da pochi mesi avevo ripreso a scrivere (novembre 2011) e, allora, ancora non sapevo che gli eventi messi in moto quel giorno, a distanza di ventinove mesi, mi avrebbero portato a scrivere queste righe. Comunque sia, il fu Bitter Suites To Succubi necessitava di una svecchiata così come il mio vecchio “alias” e così decisi, in preda ad eccitazione febbrile e svagata, di rinnovare tutto quanto e abbattere la noia che era in principio. Dopo aver pensato brevemente a come potermi chiamare, optai semplicemente per Coso (sull’origine del nome ho già scritto tanto altrove e quindi cercatevelo, se volete. Altrimenti prendete per buona questa narrazione mitica delle origini di tutto). Decisi anche che il posto in cui “Coso” si sarebbe mosso, avrebbe dovuto rispecchiare lo spirito scanzonato con cui si apprestava a scrivere e, dopo brevi ma intense riflessioni, decisi che non c’era nulla di meglio di “Cose A Caso”.

Il Vangelo secondo Coso:

Nei primi quattro o cinque mesi, non avevo in mente alcun tema preciso da seguire e quindi mi dedicai a scrivere ogni minchiata che mi passasse per la testa. Scrivevo quello che volevo, quando volevo e come lo volevo. Alcune settimane pubblicavo tre post di seguito e, in altre, non pubblicavo niente. Accanto a buoni post, c’era tutto ciò che adesso mi provocherebbe Disagio (stando ai ben informati, la vita stessa mi provocherebbe Disagio). Comunque sia, in questi primi tempi, iniziai ad immergermi in quella rete di relazioni che, praticamente, altro non è che la community di WordPress. Iniziai a seguire gente e gente iniziò a seguire me. Nonostante l’inizio della mia crociata contro i miei (in)seguitori, ebbi modo di confrontare idee e stili con persone che altrimenti non avrei avuto modo di conoscere e, questo, credo che almeno in parte mi abbia dato una visione più ampia su determinati argomenti. Questo andamento anarchico, soprattutto a livello tematico, pareva dovesse continuare a lungo. Poi ci fu l’inizio dell’impegno politico.

Gli Atti di Coso:

In modo direttamente proporzionale al mio coinvolgimento in politica, aumentarono i posto che trattavano argomenti legati alla vita democratica e partitica italiana. In base agli argomenti trattati ho cercato di alternare, nel modo migliore possibile, la mia opinione con una visione imparziale e non schierata. Onestamente, non credo mi sia sempre riuscita la seconda delle opzioni, ma ci ho provato. È probabile che sia dal punto di vista stilistico, sia dal punto di vista qualitativo dei post, questo periodo sia stato il migliore. Non dico che non ci fosse roba davvero pessima, ma penso (o, meglio, spero) che chi sia passato di qui anche per caso abbia avuto modo di leggere informazioni utili o, per lo meno, confrontare il suo punto di vista con il mio.
Sempre in questo periodo, comunque, è rimasta quella vena cazzara (che, più intellettualmente, potremmo definire sperimentale) che mi ha riportato a contatto con generi che pensavo di aver accantonato come la narrativa, oppure (e più semplicemente), stralci di vita quotidiana e disavventure.
Questa fase, conclusasi con i tre racconti, è stata quella più lunga e che ha caratterizzato il blog. Quasi sicuramente, queste poche righe non le rendono giustizia, ma resta il fatto che non sappia davvero cosa scrivere oltre a questo, senza cadere nel banale o ripetere le stesse cose all’infinito.

Ultime Lettere di Coso ai Bloggers (o, anche, l’inizio della fine)

All’inizio pensavo che questa nuova fase avrebbe caratterizzato almeno due anni del blog e, con alacre impegno, mi ero messo a scrivere una lettera ogni lunedì. Di idee ne avevo tante ma, come al solito, non si sono tradotte in fatti. L’esperimento di “Le Ultime Lettere di Coso-Po Ortis”, in origine avrebbe dovuto coinvolgere anche altra gente, rendendolo di fatto un racconto scritto a più mani. Ovviamente, la cosa non è avvenuta un po’ perché non ho trovato nessuno interessato a partecipare e un po’ perché, in fondo, non avevo cercato nemmeno con troppo impegno. Resta il fatto che, il progetto originale, poi era stato declinato in modo differente. Ogni volta fingevo di ricevere una lettera da un personaggio di fantasia e, in tal modo, trattavo temi generici e cercavo di creare delle storie che tra di loro si intrecciassero. Tutto si sarebbe dovuto concludere con l’epitaffio che trovate in “about me” in seguito ad un epico e titanico scontro tra forze del bene e forze del male (a cui sarei sopravvissuto, per cadere vittima del Disagio). Anche questo progetto, però, si è scontrato da un lato con la necessità di poter trattare temi che ritenevo importanti in modo rapido e la crescente stanchezza e disaffezione nei confronti della scrittura qui.

L’Apocalisse (o, anche, la fine della fine):

E, quindi, eccomi qui. Dopo ventinove mesi (due anni e cinque mesi), a scrivere queste righe. Faccio fatica a credere che, nonostante la mia proverbiale discontinuità e il mio biblico culopesismo, abbia scritto per così tanto tempo senza interruzioni.
Ma, come detto prima, negli ultimi tempi era venuta a mancare la voglia di scrivere e, far qualcosa come portare avanti un blog perché si deve, mi pare una sciocchezza. Dunque, questa è la fine, miei cari amici. Il distacco vero e proprio, quello effettivo, non ci sarà che tra qualche mese, dato che ho tre pagine di bozze (lettere e varie riflessioni/citazioni/dialoghi surreali) da pubblicare.
Poi, se dovessi scrivere (cosa che non è sicura), lo farò ogni volta che ne avrò voglia, se ne avrò voglia. Continuerò a raccogliere citazioni o brevi riflessioni che verranno pubblicate, ma difficilmente arriverò a scrivere qualcosa di più lungo di sette/otto righe contenenti pensieri miei.

Le ultime righe:

Come detto sopra, per il futuro non progetto alcun grande ritorno o l’apertura di un nuovo blog o il dedicarmi a progetti diversi sull’internet. Penso che mi “ritirerò a vita privata” e cercherò di fare roba un po’ diversa, dedicandogli più tempo (o, forse, è meglio dire “tutto il tempo”).

Ringraziamenti:

In ordine puramente casuale:

Secsdonna: che, non me ne vogliate, secondo me è la migliore blogger che ci sia in giro e che leggo sempre con piacere, indipendentemente dall’umore che ho in quel momento. Che poi lei è una persona stupenda, ma vabbè, questo trascende il suo essere una/o blogger.
Craneloi: che mi ha seguito fedelmente fino a qualche tempo fa e poi s’è fatto una vita. Oppure è morto di studio.
Il Cacciatore di Tonni: che è un po’ la leggendaria entità che ha popolato a lungo i miei post, salvo poi scomparire. Giornalista universitario che sta studiando *non-ricordo-cosa* con cui ho le discussioni politiche più accese.
V.: che, boh, ci siamo conosciuti per caso e io, alla prima occasione, ho avuto modo di rendermi subito adorabile (Hint: all’inizio mi odiava). Ho letto quasi tutti i suoi post da quando la seguo, è impegnatissima in millemila progetti e cerca di coinvolgermi ogni volta che può, giacché si è fissata che io debba socializzare con altri blogger. Scrive bene la ragazza, questo è indubbio.
Clohe: a cui ho copiato l’idea del post e che ho iniziato a seguire, di nuovo, non ricordo quando né come, però ricordo il perché: mi piaceva quello che scriveva. Ha smesso anche lei. Tornerà? Non tornerà? Un si sa. Ma seguitela che ne vale la pena, a prescindere.
La Geniaccia: che in realtà compare e scompare, impegnata in una crociato contro il Ragno in Bagno e la sua progenie. Simpatica, spiritosa e frizzante. Non stimolerà la diuresi, ma comunque si diverte e fa divertire e tanto dovrebbe bastarci.
La Nana: che ha scritto migliaia di post e che è brava. Coinvolge e con un po’ di pazienza si lascia coinvolgere. Il suo è un blog autobiografico nel vero senso della parola. Si entra nel suo mondo con ogni post e, uscirne, diventa sempre un po’ più difficile.
Ella: che s’è trasferita, ha cambiato vita ed è sparita ma che nei primissimi tempi è stata fondamentale per gettare le basi di quello che questo viaggio è stato.
Martina: alla fine, ma non per l’ultima. Probabilmente avrebbe dovuto essere la prima in questa lista, dato che è grazie a lei che tutto questo è stato fatto.

E poi vorrei ringraziare te, lettore per essere arrivato fino a qui e anche tutte le persone che mi hanno accompagnato nel viaggio e mi hanno sopportato. Pur smettendo di scrivere, ovviamente continuerò a seguire i vostri blog e a leggervi, giacché la lettura non mi è (quasi) mai pesata (troppo).

Un Abbraccione, Coso.

Qui giace Coso: Scrittore. Blogger. Scribacchino. Imbrattotore di pagine virtuali. Sopravvissuto ad un lungo peregrinare di ventinove mesi nel mondo della parola scritta, si è auto-imposto l’esilio da questi lidi virtuali, caduto in preda a Disagio e Noia, in un’uggiosa giornata di marzo. Che le sue ultime parole, per sempre incise nella pietra e nella storia, siano di monito per gli incauti che di qui passano:

“Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l’etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore;
fecemi la divina podestate,
la somma sapïenza e ‘l primo amore.
Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate”

“Sopravviverò o morirò nel tentativo di farlo”

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