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Un paese a due velocità

L’articolo in questione lo stavo pensando già da un po’ di tempo ma vogliate per noia, vogliate perché me ne dimenticavo, non l’ho mai scritto. Ça va sans dire che il paese in questione è l’Italia. Italia che, come tutti ben saprete, ha da un lato una situazione economica stagnante e dall’altra una situazione politica frenetica ma inconcludente.

Mentre le tre principali forze del Parlamento non riescono a trovare un accordo per formare un governo a causa dei ripetuti veti incrociati, è possibile notare come ogni forza politica stia affrontando il dopo-elezioni in modo diverso. Il PdL se da una parte tende la mano al PD per un governo di unità nazionale, dall’altro lancia il guanto di sfida e si prepara ad una campagna elettorale che si preannuncia infuocata. Nel frattempo continuano, a porte chiuse, le trattative per l’elezione di un Presidente della Repubblica in comune. La strategia della carota e del bastone, oltre all’impegno in prima persona di Silvio Berlusconi, hanno un evidente effetto anche sui sondaggi che, ad oggi, è la prima forza in Italia circa due punti di vantaggio sui diretti competitors del Centro-Sinistra.

il MoVimento 5 Stelle, dopo la falsa partenza delle quirinarie, ha oggi presentato il proprio candidato Presidente della Repubblica. Si tratta di Milena Jole Gabanelli. Nel caso questa dovesse desistere, toccherebbe a Rodotà. Tra le altre cose è notizia recente che i deputati di M5S abbiano presentato due DdL per l’abolizione delle sovvenzioni statali ai giornali e l’abolizione  dell’ordine dei giornalisti. Nel frattempo, Grillo, continua a portare avanti la propria campagna contro la “casta”, ricordando come mentre loro continuino con le loro trattative la casa stia bruciando. Sbadatamente, forse, proprio Grillo si dimentica che la situazione di impasse è tanto colpa sua, quanto degli altri. Nei sondaggi, comunque, M5S è dato in calo di due punti percentuali.

Il PD, invece, ha la situazione più magmatica. Le molte correnti interne sono in aperto contrasto tra loro e una delle leadership più forte degli ultimi anni nel centro-sinistra è ormai incapace di controllare quanto sta accadendo. I bersaniani, infatti, continuano a dare il loro appoggio al segretario per un governo di minoranza e cercando di ricoinvolgere i giovani turchi, defilatisi progressivamente. I (demo)cristiani, dopo la bocciatura da parte di Renzi di Marini, minacciano la scissione e lo scontento trapela sempre di più. Franceschini, dopo non aver ottenuto la presidenza delle camere, è tornato a capo della corrente che a lui faceva riferimento. I renziani, invece, hanno avuto dei toni in crescendo che hanno portato proprio il Sindaco di Firenze a battibeccare via giornale con Bersani, dopo l’esclusione del primo dalla carica di Grande Elettore. A complicare ulteriormente tutto si aggiunge la discesa in campo di Barca che, con un documento di cinquantacinque pagine, afferma che il PD sia da riformare. Nel frattempo, la partita per il Colle è sempre aperta e il Partito Democratico si sta impegnando a trovare una rosa di nomi che possa permettere di eleggere un Presidente della Repubblica con la più ampia maggioranza possibile (l’ultimo nome trapelato è quello di Amato). Nonostante una situazione non proprio facile e comprensibile, il PD si trova a guadagnare un punto percentuale nei sondaggi, diventando così la seconda forza del paese.

Nel frattempo, nonostante siano stati sbloccati quaranta miliardi per pagare i debiti delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle aziende, più volte Confindustria ha lanciato un grido d’allarme riguardante le tematiche del lavoro. Negli ultimi mesi, infatti, mille aziende al giorno sono state chiuse e sempre di più hanno deciso di ricorrere alla cassa integrazione. Cassa integrazione che però, stando a quanto detto dalla Fornero, potrebbe non riuscire a coprire con i propri fondi la richiesta (si parla di un miliardo di euro).

La situazione d’emergenza è così grave che sia Confindustria sia i tre principali sindacati hanno detto di aver intenzione di dare vita ad un tavolo comune dove parlare del modo per affrontare la crisi dilagante e che anche per questo 2013 porterà ad una crescita negativa.

Nonostante l’incertezza politica, lo spread è calato e si mantiene su livelli più che accettabili e l’Europa ha riconosciuto l’ottimo lavoro dell’Italia che non è più un’osservata speciale. Accanto a queste buone notizie, però, c’è stato un monito riguardante il rischio contagio rappresentato dalla debolezza strutturale degli istituti finanziari.

È evidente che i tanti problemi (strutturali e non solo) che affliggono l’economia italiana possano essere risolti solo dalla politica. È evidente anche che il punto di rottura sta per essere raggiunto e che una delle priorità dovrebbe essere alleggerire il carico fiscale che grava su imprese e lavoratori ma, come potete notare tutti, in questo momento i partiti (e movimenti) si stanno occupando di tutt’altro.

Questi sono i dati di fatto. Di mio voglio solo aggiungere alcune cose a cui tenevo particolarmente.

È quanto meno curioso che il Movimento 5 Stelle abbia scelto una donna iscritta all’ordine dei giornalisti (che M5S vuole abolire) e dipendete della Rai (che deve essere abolita, stando al programma). Così come è curioso che i primi due DdL presentati, in questo momento, siano l’ultima delle priorità che il Parlamento dovrebbe avere.

Per quanto riguarda la dialettica interna al PD, mio malgrado, devo dar ragione a Renzi almeno su una cosa: Bersani sta mettendo davanti la propria “carriera” al bene del paese. È evidente che non abbia i numeri per governare, così come è evidente che l’unico modo per avere un governo sia quello di fare questo stramaledetto inciucio. È fuori dal mondo, poi, che Bersani dica che non si può mettere fretta per formare un esecutivo quando la realtà delle cose dimostra che, invece, ci dovrebbe essere tutta la fretta di questo mondo. D’altro canto, Renzi, non perde occasione per scatenare polemiche non rendendosi conto che in questa maniera non fa altro che danneggiare il partito e farsi terra bruciata intorno, cosa che non gli converrebbe dato che molto probabilmente alle prossime primarie sarà lui, il favorito.

L’ultima cosa che scriverò in questo post, è una riflessione nata negli ultimi tempi: piuttosto che governicchi deboli, saggi o quant’altro sarebbe meglio che le tre forze politiche principali in questo momento, si sedessero ad un tavolo e dessero vita ad una seconda Costituente. La seconda parte della Costituzione è completamente da rivedere, c’è la necessità che le forze politiche facciano una nuova legge elettorale (preferirei un maggioritario a doppio turno) e soprattutto prendano iniziative per il rilancio dell’occupazione e dell’economia. È questo il momento buono per farlo, mettendo da parte gli interessi personalistici per quello che si potrebbe definire “un bene superiore”. Potrebbe essere questa, la svolta politica tanto attesa e l’inizio della vera Terza Repubblica.

Questo è quanto

Cya.

Bonus (unreleated):

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